Si chiama Ping call e si può definire la truffa dello squillo: il telefono suona, la telefonata cade, tu richiami ma…paghi 1,50 euro ogni 10 secondi di (non) conversazione. La chiamata può arrivare anche di notte, il numero non sembra avere niente di strano, solo che è sconosciuto e spesso inizia con il prefisso +373, quello della Moldavia. Di solito non dura poco più di uno squillo. Ma se si fa in tempo a rispondere, si sente la linea cadere. La truffa deve ancora arrivare.
Perché quando si vede la chiamata senza risposta e si prova a richiamare quel numero, si rimane agganciati a una tariffa da 1,50 euro per ogni 10 secondi. E mentre si rimane in ascolto per capire perché dall’altra parte della cornetta si senta un audio che spesso sembra quello di un film porno, è scattata la trappola della ping call. Spiega Vladimiro Polchi su Repubblica:
«Non richiamare quel numero ». Ricevi una telefonata da un numero che non conosci? Attento, non rispondere e soprattutto non richiamare. Il tuo cellulare è a rischio e la tua bolletta ancora di più. Potrebbe essere una ping call , la nuova truffa telefonica che si limita appunto a uno squillo (ping). Chi sarà? Tu richiami e finisci dritto nella trappola delle tariffe premium: decine di euro per pochi secondi. È “l’ultimo squillo”: frode a buon mercato e difficilmente perseguibile. E l’Italia è il Paese del boom di queste nuove truffe telefoniche.
Internet abbonda di segnalazioni al riguardo. Centinaia di forum e siti avvertono del pericolo. Su unknownphone. com, per esempio, si legge: «Un euro e 50 a questi maledetti per sentire un film porno in russo. Ho trovato una telefonata non risposta e ho richiamato». Le associazioni dei consumatori parlano di una “epidemia di truffe”. Le compagnie telefoniche le conoscono tutte per nome: «L’ultima frode è denominata Wangiri — spiegano da Vodafone — in tal caso i truffatori utilizzano un computer in grado di contattare simultaneamente una grande quantità di numeri telefonici in modo casuale. I cellulari di coloro che ricevono questa telefonata, visualizzano sul display una “chiamata persa”. La truffa scatta quando l’utente, in buona fede, ricontatta il numero, che normalmente viene tariffato come numero premium o contiene delle pubblicità».
Come ci si può difendere, allora? «Questo genere di frodi — rispondono da Vodafone — viene gestito da tutti gli operatori telefonici in linea con la policy della GSM Association Fraud and Security Group ». In sostanza, a seguito della segnalazione del cliente truffato, scatta una procedura standard: «Viene verificato se altri clienti sono stati tratti in inganno allo stesso modo, poi si contatta l’operatore dal quale è partita la chiamata e si richiede di bloccare il numero. Infine viene chiesto al cliente di presentare denuncia e si procede quindi col riaccredito della cifra contestata ».
E l’autore della truffa? Quasi impossibile perseguirlo, perché le leggi non corrono tanto velocemente, quanto lo sviluppo tecnologico richiederebbe. Da qui il diffondersi delle frodi. Ce ne sono di ogni tipo. Le più popolari? Lo spoofing ( un numero estero camuffato da italiano) e i cosiddetti “numeri con valore aggiunto” (per esempio, fittizie offerte di lavoro che richiedono di chiamare un numero ad alto costo).
Ma quali sono le regioni italiane da cui proviene il maggior numero di truffe e chiamate moleste? Secondo i dati registrati sul sito tellows.it sono il Lazio e la Lombardia. A detenere il primato sono infatti Roma e Milano. A seguire, Piemonte (con Torino in pole position), Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Campania. Anche Sicilia, Puglia e Trentino registrano molto traffico. Le restanti regioni presentano invece un tasso bassissimo, quasi nullo, di telefonate a rischio.
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Ping call, squillo-truffa: suona, cade, richiami e paghi 1,50 € ogni 10 secondi
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