Almeno uno di questi ritrovamenti, sulla sponda del fiume Beresovka, in Siberia, mina la teoria tradizionale sui motivi dell'estinzione dei mammut. Per metà in ginocchio e per meta ritto, il mammut del fiume Beresovka è in uno stato di conservazione quasi perfetto. La sua carne era così ben congelata che gli scienziati andati a studiarlo banchettarono con bistecche tagliate dai suoi lombi. Il fatto più stupefacente, però, fu che nella bocca del pachiderma furono trovati dei ranuncoli.
L'enorme mammut al momento della morte si era cibato di piante che crescono solo in climi temperati. Che cosa lo congelò fino alle ossa col boccone ancora in bocca, di colpo come se fosse stato tuffato nell'azoto liquido? La teoria prevalente di un mutamento climatico graduale a cui i mammut non riuscirono ad adattarsi in questo caso non regge.
Un lento congelamento avrebbe formato cristalli di ghiaccio e in seguito avrebbe prodotto la putrefazione durante il processo di scongelamento. Ma il mammut della Beresovka era così fresco da poter essere mangiato senza dare sintomi d'intossicazione. Le temperature necessarie per ottenere un simile congelamento istantaneo sono state stimate a -100°C, e non sono mai state registrate neppure in quel frigorifero naturale che è la vicina calotta artica.
Che cosa poté provocare un tale catastrofico abbassamento della temperatura dell'aria circostante? In assenza di un inverno nucleare prodotto da bombe atomiche, dobbiamo cercare uno scenario alternativo. Anche gli incendi di boschi e le eruzioni vulcaniche liberavano nell'atmosfera immense quantità di calore e di detriti capaci di bloccare la luce, come recenti studi hanno dimostrato.
Una teoria suggerisce che circa diecimila anni fa il mondo fu scosso da un immane terremoto, il più esteso della storia del pianeta. Il sisma, determinandosi lungo la linea di congiunzione di due placche tettoniche, provocò una massiccia fuoriuscita di lava e di gas vulcanici. Essi salirono in alto nell'atmosfera e ruotarono verso i poli. Velocemente raffreddati, precipitarono verso la terra, perdendo ulteriore calore nella loro rapida discesa. Alla fine, attraversarono la più calda aria sottostante, congelando all'istante il mammut del fiume Beresovka e altri suoi simili intenti a cibarsi di fiori.
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