L'evento cominciò verso le 7:15 del mattino del 30 giugno 1908, in una remota regione della Siberia centrale, vicino al fiume pietrificato di Tunguska. Una sfera di fuoco biancazzurra—più intensa del sole, disse qualcuno—attraversò il cielo e poi esplose con la forza di una bomba all'idrogeno di 10÷15 megatoni.
L'esplosione abbatté circa 60 milioni di alberi su un area di 2.000 chilometri quadrati. Solo qualche albero nei pressi del centro dell'esplosione non era bruciato e un anello di alberi bruciati disposti attorno all'epicentro era rimasto in piedi. Il fragore fu accompagnato da un'onda d'urto che gettò a terra le persone e ruppe le finestre in un raggio di centinaia di chilometri.
L'esplosione fu registrata dai sismografi europei e asiatici, e perfino i meteorologi in Inghilterra registrarono variazioni della pressione atmosferica. Il “colpo” sulla pressione atmosferica fece due volte il giro della Terra, e gli astronomi per alcune notti successive osservarono una foschia rossa nell'alta atmosfera, sebbene al tempo non fossero consapevoli della causa. Curiosamente, i resoconti parlano di un cielo notturno chiaro in maniera insolita cominciato la notte prima dell'evento di Tunguska e continuato per parecchi giorni nel seguito. Nelle settimane successive, i resoconti dicono che i cieli notturni brillavano talmente che la luce che c'era bastava per leggere. Sia lo Smithsonian Astrophysical Observatory che il Mount Wilson Observatory registrarono una diminuzione della trasparenza atmosferica che persistette per parecchi mesi.
Che esperienza ebbe, poi, chi testimoniò all'evento? I resoconti raccolti dallo specialista in minerali Leonid Kulik, russo, nella sua spedizione del 1930 nel luogo dell'esplosione, sono piuttosto convergenti sotto diversi aspetti di dettaglio si da potersi generalmente considerare attendibili. Ecco un estratto dal racconto di una persona del luogo, Semen Semenov:
“Ero seduto in casa per far colazione nella fattoria di Vanavar, volta a nord. [...] D'improvviso vidi che proprio verso nord, sopra la strada per Tunguska di Onkoul, il cielo si era diviso in due e il fuoco appariva in alto e si estendeva sopra la foresta. La spaccatura in cielo si allargò, e tutta la parte nord si coprì di fuoco. In quel momento diventai caldo in maniera insopportabile, come se la mia camicia andasse in fiamme; da nord, dove c'era il fuoco, arrivava un gran calore. “Volevo togliermi la camicia e buttarla via, ma poi il cielo si richiuse, e si udì un gran boato, e fui scaraventato per qualche metro. Per un attimo persi i sensi, ma dopo mia moglie uscì fuori e mi accompagnò in casa. Dopo di ciò, arrivò un tal fragore, come di rocce che cadevano o di cannoni che sparavano, e la terra tremò, e quando ero a terra, abbassai la testa, nel timore di venire colpito dalle rocce. Quando il cielo si aprì, un vento caldo corse tra le case, come sparato da cannoni, lasciando la traccia del suo percorso sulla terra, e danneggiò alcune coltivazioni. Dopo ci accorgemmo che molte finestre erano in frantumi…”
La spedizione di Kulik sul sito dell'esplosione di Tunguska era stata ispirata dalla sua ipotesi che un meteorite gigante avesse colpito l'area e che il ferro rinvenuto avrebbe potuto ripagare il costo della spedizione. Ricevette aiuti dall'Accademia Sovietica delle Scienze. La storia è curiosamente simile a quella dell'investigazione di Daniel Barringer sul Meteor Crater in Arizona—tranne che nel caso di Kulik non si trovò né un meteorite né un “cratere da impatto”. Comunque, una successiva ricerca dello studioso di mineralogia O. A. Kirova individuò globuli di magnetite e anche varie forme di globuli di silicato all'interno dei campioni raccolti dalla spedizione di Kiril Pavlovich Florensky nel 1958. Migliaia di "piccole sfere brillanti", parecchie fuse assieme, furono trovate conficcate come pallottole per terra e negli alberi. Questo tipo di globuli sono una caratteristica delle enigmatiche particelle prodotte quando i meteoriti entrano nell'atmosfera. (Come noteremo nell'articolo che seguirà, lo studio di tali formazioni lascia molte questioni aperte.) I globuli di Tunguska furono ritrovati disposti su una ellisse piuttosto ben definita, con alte concentrazioni tra 100 e 200 chilometri a nord-nord-ovest dell'epicentro. Florensky suggerì che questa distribuzione si potesse spiegare come fallout dal punto molto elevato in cui avvenne l'esplosione finale.
Oggi molti astronomi attribuiscono le distruzioni a una piccola cometa o asteroide che esplose qualche a chilometro dalla superficie. Qualche stima indica un oggetto di 100 metri di diametro. Secondo i calcoli di Christopher Chyba della NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt, in Maryland, solo una meteorite rocciosa potrebbe esplodere ad un'altezza di 10 chilometri , l'altitudine comunemente convenuta per l'esplosione di Tunguska. Una cometa di quella dimensione si disintegrerebbe molto più in alto nell'atmosfera e causando meno danni. Eppure gli scienziati stanno ancora dibattendo su alcuni eventi inesplicati e sul fatto che non siano mai stati rinvenuti campioni dell'oggetto “collidente”. "Se un gruppo di esperti non ha trovato l'accordo per quasi cento anni, c'è probabilmente una terza opzione", dice Wolfgang Kundt, un astrofisico dell'Università di Bonn, Germania.
Andrei Ol'Khovatov, un fisico russo indipendente che è incuriosito dall'evento di Tunguska, concorda che la teoria dell'impatto lascia molte domande senza risposta. Indica, ad esempio, come i testimoni parlassero di tempo strano e attività sismica aumentata nell'area, già da giorni prima.
L'assenza di una spiegazione coerente ha ispirato molte speculazioni. Alcune teorie esotiche parlano di un minuscolo buco nero che ha attraversato la Terra , o di una minuscola “bomba” di antimateria. In alternativa viene offerta o l'esplosione di un'astronave aliena o una bomba nucleare, sempre aliena. Alcuni avanzano l'idea che fu Tesla per testare il suo “raggio della morte”. Quale burla scherzosa nel carnevale delle speculazioni, i teorici elettrici si chiedono se la prossima spiegazione offerta sarà un “microscopico pacchetto di neutronio” (il fittizio contenuto delle “stelle di neutroni”).
fonte: www.disinformazione.it
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