Se complessivamente rimangono invariate le quantità acquistate, si registrano dei significativi spostamenti con una riduzione dei consumi di pane (- 2,5 percento), carne bovina (- 3,0 percento) frutta (- 2,6 percento) e ortaggi (- 0,8 percento), mentre tornano a salire quelli di pasta (+ 1,4 percento), latte e derivati (+1,4 percento) e fa segnare un vero boom la carne di pollo (+6,6 percento).
A seguito dei rincari nei prezzi tre italiani su quattro hanno cambiato le abitudini alimentari principalmente variando il menu della spesa, aumentando l'attenzione riposta nella lettura dell'etichetta e prestando più attenzione alla provenienza dei cibi a favore di quelli locali, sulla base dell' "Indagine Coldiretti-SWG "Le opinioni di italiani e europei sull'alimentazione".
Secondo la Coldiretti a favorire il calo dei consumi sono anche le distorsioni esistenti nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi moltiplicano e i centesimi si trasformano in euro: in Italia, al momento attuale, per ogni euro speso nell'acquisto di prodotti alimentari, 60 centesimi vengono assorbiti dalla distribuzione commerciale, 23 centesimi dall'industria alimentare e solo 17 servono per remunerare il prodotto agricolo.
Nella filiera dell'agroalimentare italiano persistono alcuni squilibri e siamo di fronte ad una scarsa efficienza, a disfunzioni di tipo strutturale che sono state evidenziate anche nell'ultima indagine dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, secondo la quale i prezzi di frutta e verdura in Italia mediamente triplicano dal campo alla tavola, ma i ricarichi possono essere addirittura superiori per arrivare fino a quasi quadruplicare nel caso della presenza di 3 o 4 intermediari. Questo significa che, in media, per ogni euro speso per l'acquisto di frutta, solo 25-30 centesimi vanno al produttore agricolo mentre gli altri si perdono nei mille rivoli della filiera. Ma altre distorsioni - continua la Coldiretti - sono evidenti come nel caso del prezzo del latte che dalla stalla alla tavola aumenta del 285 per cento o come quello del settore dei salumi e della carne di maiale dove mentre si annunciano i grandi successi sui mercati nazionali ed esteri le stalle stanno chiudendo perché i ricavi non riescono a coprire i costi di produzione saliti a livelli insostenibili.
fonte: www.puntobar.com
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