Influenze a confronto. Da una parte la stagionale, con la reputazione di fastidio obbligato ma non drammatico, caratterizzata da un andamento familiare. Dall´altra la pandemica, la novità che spaventa e uccide, spinge a svuotare gli scaffali delle farmacie di disinfettanti e mascherine. Affiancare i dati delle due malattie e parlare con chi le cura sfata molti miti tra quelli positivi per la prima e negativi per la seconda. E conferma quanto detto dal viceministro Fazio: la A è più leggera della stagionale. Almeno per ora. «Certo, il virus H1N1 si diffonde di più, ma i dati della mortalità sono molto inferiori a quelli delle influenze degli anni scorsi». A parlare è Giovanni Rezza, capo delle malattie infettive dell´Istituto superiore di sanità. La stagionale l´anno scorso ha ucciso circa 8mila persone in Italia, cioè 0,2 ogni cento malati.
La pandemica per ora è ferma a 0,0054. «La malattia di quest´anno sembra colpire poco gli anziani - prosegue Rezza - Ma è molto diffusa tra i bambini ed è più pericolosa per le donne incinte e gli obesi rispetto alla stagionale».
In tanti si ammalano perché l´H1N1 è sconosciuto ai nostri organismi ma per ora non molto cattivo. «È nato dalla combinazione di un virus umano, due suini e uno animale - spiega Roberto Gasparini di Genova, responsabile del Centro interuniversitario di ricerca sull´influenza - È giovane e probabilmente non si è ancora perfettamente adattato a crescere nell´uomo. Per questo ora provoca malattie più blande. Ma più si trasmette più rischia di diventare virulento. Ecco perché bisogna vaccinarsi». L´ampia diffusione della malattia manda molte persone in ospedale. «Il carico di lavoro per le strutture sanitarie è alto - dice di nuovo Rezza - Ma dobbiamo considerare che quest´anno siamo particolarmente attenti a capire se i ricoverati hanno l´H1N1.
Tutti i casi sono catalogati grazie ai tamponi. Negli anni scorsi, invece, non c´era un particolare allarme e così, ad esempio, all´anziano che finiva in ospedale con un problema polmonare non si andava a cercare l´influenza. Lo si curava e basta. Perciò sfuggiva alle statistiche». Il picco di diffusione dell´H1N1 è previsto a dicembre, quando di solito inizia la stagionale. Le case farmaceutiche hanno potuto lavorare meno a lungo sul vaccino. «Di solito iniziano a febbraio per l´inverno successivo - dice Rezza - Ma il nuovo ceppo virale è stato consegnato all´industria a maggio-giugno». Per quanto riguarda i sintomi, ci sono differenze tra pandemia e influenze stagionali, soprattutto tra i bambini. Spiega Mauro Moroni, delle malattie infettive di Milano: «Nausea e diarrea sono più frequenti con l´H1N1. Inoltre possono esserci problemi alla laringe, con tosse che si prolunga fino a molto dopo la guarigione».
Non solo febbre alta e dolori, dunque. «Diciamo che ci sono tantissimi casi molto banali - prosegue Moroni - pochissimi decessi ma una fascia intermedia di persone con problemi fastidiosi ma non letali più ampia rispetto all´influenza stagionale». Anche chi finisce in rianimazione ha guai diversi con l´H1N1.
«C´è una maggiore tendenza del nuovo virus a dare gravi problemi respiratori - dice dalla terapia intensiva di Careggi a Firenze Adriano Peris - Così in 7 casi abbiamo dovuto usare l´Ecmo, cioè un´assistenza esterna alla respirazione, cosa che non avviene quasi mai per l´influenza stagionale».
fonte: Repubblica.it
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