Negli ultimi tre anni hanno abbassato la saracinesca quasi 60mila negozi, con la perdita di 120milaposti di lavoro. A fare i conti della crisi è Confesercenti,che nella Newsletter economia rileva, per l'intero settore di commercio e turismo, la chiusura di 120mila attività nel periodo 2007-2009. Per quanto riguarda il commercio al dettaglio, nel periodo considerato le iscrizioni sono state 149.890, mentre le cancellazioni hanno superato le 200mila, a 208.990: il saldo è quindi pari a 59.100 negozi in meno, vale a dire oltre 120mila occupati. Allargando la lente al complesso del commercio, quindi considerando anche gli esercizi commerciali più grandi, il saldo è negativo per oltre 100mila imprese. Le iscrizioni sono state infatti 255.487, le cancellazioni 358.285, per un saldo negativo di 102.798. Aggiungendo anche il turismo (54.751iscrizioni e 72.659 cancellazioni, con un saldo negativo per 17.908), si arriva a un saldo negativo totale di 120.706 imprese. Nei tre anni, infatti, nel totale commercio e turismo le imprese nate sono state 310.238 e quelle morte 430.944. Per la Confesercenti, quindi, a questo punto occorre operareper una rapida inversione di tendenza che può essere realizzata soprattutto se si agirà sulla leva fiscale e sull'accesso al credito. "Non si dimentichi - si legge infatti sulla Newsletter- che fra le conseguenze negative della crisi c'é anche la crescita del fenomeno dell'usura. Serve allora una rimodulazione al ribasso degli studi di settore, servono misurea sostegno dei redditi più bassi, serve il prolungamento per tutto il 2010 della moratoria dei debiti sancita nell'accordo fra Associazioni imprenditoriali e Abi, serve valorizzare ancora di più il ruolo dei Confidi".
fonte: ANSA
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