L'asteroide arrivò improvviso dallo spazio. Aveva un diametro di circa 50 chilometri e andò ad impattare dove oggi, in Antartide, vi è la regione nota come Wilkes Land, nella East Antartic Ice Sheet. Il cratere che si formò è stato evidenziato solo ora perché nascosto dai ghiacci e risulta essere molto più grande di quello che venne prodotto dallo scontro di un altro asteroide che probabilmente fu la concausa della scomparsa dei dinosauri. Al momento, con i suoi 450 km di diametro, il cratere antartico risulta essere il più grande fino ad oggi scoperto sulla Terra.
In base ai primi accertamenti i geologi fanno risalire la caduta dell'asteroide a 250 milioni di anni fa, un periodo che coincide con l'estinzione di gran parte della vita terrestre e che si verificò a cavallo di due periodi geologici noti come Permiano e Triassico.
Quell'estinzione causò la scomparsa del 90% delle specie terrestri e fu così catastrofica da essere chiamata la "madre di tutte le estinzioni". L'impatto fu così violento che probabilmente in quel punto il supercontinente Gondwana (che allora era l'unico continente presente sulla Terra) si indebolì così tanto che iniziò a formarsi una lunga frattura da cui, alcuni milioni di anni dopo, si staccò l'Australia. Stando alle prime indicazioni si ipotizza che da quella spaccatura risalì il magma del mantello che iniziò a spingere verso est il continente australiano.
"Fino ad oggi pensavamo che l'asteroide che cadde sulla penisola dello Yucatan, in Messico, fosse una delle peggiori catastrofi che la Terra abbia subito nel passato, ma in confronto a quello che avvenne circa 185 milioni di anni prima fu ben poca cosa", ha spiegato Ralph von Frese, il geologo della Ohio State University che ha seguito la ricerca.
La scoperta del cratere è avvenuta grazie all'uso del satellite della Nasa Grace, il quale studia le piccole variazioni di gravità prodotte da disuguaglianze di rocce che vi sono nella crosta terrestre. Il satellite ha rilevato la presenza del materiale che è risalito dal mantello terrestre, in seguito all'impatto dell'asteroide, e che si è intruso nella crosta terrestre. Poiché la densità del materiale che forma il mantello è superiore a quella che compone la crosta, la sua presenza crea un'anomalia gravitazionale che è stata rilevata dagli strumenti di Grace. La precisione con cui rileva i dati il satellite è tale che l'avvallamento del cratere è stato rilevato anche se esso si trova al di sotto di un chilometro e mezzo di ghiaccio.
La presenza di un cratere di tali dimensioni così antico sulla Terra non era semplice da rilevare. "È vero che sulla Luna ve ne sono più di 20 con un diametro simile, se non superiore. E dunque è facile ipotizzare che sul nostro pianeta, essendo più grande, dovevano essere molti di più. Ma l'erosione avrebbe potuto cancellarli tutti. Il ghiaccio ha aiutato a conservare questa importantissima testimonianza del passato", ha osservato von Frese.
A causa del notevole spessore che hanno i ghiacciai nell'area di Wilkes Land, risulterà alquanto difficile campionare il materiale all'interno del cratere, perciò i geologi pensano di sondare la crosta terrestre in mare aperto, perché quasi certamente l'impatto dell'asteroide proiettò anche a centinaia di chilometri del materiale che verso est finì nell'oceano.
La ricerca aiuterà a capire quanto quella catastrofe cosmica abbia influito sull'estinzione della vita sulla Terra che si verificò in quel periodo e dal confronto con essa si potrà comprendere qualcosa in più dell'influenza sull'estinzione dei dinosauri che 65 milioni di fa provocò la caduta di un altro gigantesco asteroide.
fonte: Repubblica
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento