400 italiani cavie umane in Svizzera

La clinica svizzera si trova solo con il passaparola. Sorge ad Arzo, un paesino da mille anime a dieci minuti dal confine italiano, nel Canton Ticino. Sull'insegna c'è scritto Cross Research - Clinical Unit. Dentro, si sperimenta una nuova composizione farmaceutica, mai testata prima sull'uomo. A inghiottire la misteriosa pillola sono cavie umane, veri «pazienti» sani, che si sottopongo anche a un prelievo a testa ogni cinque minuti.

Dei circa 500 «volontari» che ogni anno si prestano al ruolo di cavia, pratica del tutto legale, circa 400 sono italiani, oltre l'85%. E tutti lo fanno per soldi, tanto più in un momento di grave crisi economica come questa. Perché qui ogni ricovero è ben remunerato: circa 600 euro per trascorrere due notti in clinica.

Ci trovi la giovane mamma disoccupata con il marito operaio, l'architetto in stage non retribuito da due anni, l'avvocato habitué delle sperimentazioni che in dieci anni calcola di «aver portato a casa sui 25 mila euro».

Molti lo considerano un secondo lavoro: «Faccio uno studio ogni quattro mesi, per legge di più non si può», spiega Pietro, impiegato di 35 anni che ha confidenza con tutti gli infermieri, «significa un'entrata extra di 2/3mila euro l'anno con cui mi tolgo qualche sfizio».

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Floriana, interprete 29enne, si augura invece che ogni volta sia l'ultima: ha il terrore degli aghi e per non vedere quello che deve tenere infilato nel braccio dodici ore lo copre con una benda. Durante i prelievi a volte sviene. Lavora al tribunale di Milano, racconta che non la pagano con puntualità e per questo ha iniziato a venire in clinica: «Con questi soldi ci pago le tasse, ma l'altra estate mi sono finanziata pure una vacanza in Brasile e prima ancora delle cure mediche».

fonte: Yahoo! Finanza

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