La Cina pronta ad acquistare parte del debito italiano

L'Italia si riscopre improvvisamente filo-cinese. O almeno lo fa il mondo della finanza, dell'economica e quello che raccoglie le più importanti istituzioni pubbliche del nostro Paese. Stando a quanto scrive il quotidiano inglese Financial Times, Pechino sarebbe intenzionata a prestarci un mucchio di soldi nei prossimi tempi. Attualmente la Cina ha in portafoglio già circa il 4% del debito pubblico italiano e nei progetti potrebbe avere quello di salire al 10% (complessivamente, il nostro debito ammonta a circa 1.900 miliardi di euro).

Un intervento del genere, del resto, non sarebbe una novità assoluta per il gigante asiatico. Già oggi, infatti, Pechino detiene bond emessi dagli Stati Uniti per circa 1.170 miliardi di dollari. E giusto qualche settimana fa Li Daokui, un consigliere della People's Bank of China, aveva dichiarato all'agenzia di stampa Dow Jones che il Paese è disposto a proseguire nei suoi acquisti di titoli di debito americani ed europei, a patto che gli interessanti mettano in piedi riforme di lungo periodo che "alterino realmente il trend di declino" dei conti pubblici. E, sempre stando a quanto dichiarato, la Cina potrebbe acquistare in questo periodo i bond emessi dall'Efsf, il fondo-salva Stati europeo.

Le indiscrezioni su un aiuto all'Italia sembrano trovare conferma nel viaggio fatto la scorsa settimana a Roma dal numero uno della China Investment Corporation (Cic), Low Jiwei, uno dei maggiori fondi sovrani d'investimento al mondo (ha in dotazione quasi 410 miliardi di dollari). In quell'occasione, pare che Jiwei abbia incontrato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, quello degli Esteri, Franco Frattini, oltre ad alti rappresentanti della Banca d'Italia. E, secondo quanto riferito dal Financial Times, nel corso di questi appuntamenti si sarebbe parlato dell'impegno da parte di Pechino ad acquistare titoli di Stato italiani. Un aiuto che potrebbe essere molto utile oggi, visto che lo spread con i Bund tedeschi continua a crescere asta dopo asta (oggi si tiene quella dei Btp a medio termine). Ma ancora di più in futuro, quando la Banca centrale europea interromperà il programma di acquisto di titoli (in ogni caso, queste misure dovrebbero proseguire ancora a lungo).

Ieri mattina fonti del Tesoro hanno confermato l'incontro tra Tremonti e una delegazione di investitori cinesi, anche se non è trapelato nulla sull'oggetto del colloquio, che sarebbe avvenuto il 6 settembre (tre settimane fa, inoltre, erano andati a Pechino alcuni funzionari italiani, tra cui il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli). E restano piuttosto abbottonate anche le autorità di Pechino, che non hanno né confermato né smentito le notizie che vorrebbero colloqui in corso tra Italia e Cina per l'acquisto di una fetta del nostro debito sovrano.

I contatti, comunque, non si fermano a livello ministeriale. Pare che il numero uno del fondo cinese, infatti, abbia incontrato anche il presidente di Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini, e l'amministratore delegato, Giovanni Gorno Tempini. Una visita che potrebbe preludere a qualche altro impegno concreto visto, per esempio, che la Cdp controlla anche il 90% del Fondo strategico italiano (Fsi).

E non è tutto. Jiwei avrebbe visto anche Roberto Nicastro, direttore generale di Unicredit [guarda le quotazioni], il ministro delle infrastrutture, Altero Matteoli, oltre ad alcuni rappresentanti della Regione Sicilia. Insomma, sembra che sotto le ceneri italo-cinesi covi davvero anche altro, oltre a un eventuale acquisto di titoli di Stato.

Nel tardo pomeriggio di ieri una fonte ministeriale cinese interpellata dall'agenzia Reuters ha sostenuto che gli incontri hanno avuto lo scopo di approfondire le opportunità di investimento in aziende italiane e non in titoli di Stato italiani.
"La visita cinese era finalizzata a investimenti industriali e non all'acquisto di titoli di Stato italiani", ha detto la fonte ministeriale dell'agenzia. La fonte non ha voluto specificare se tra le aziende in cui potrebbero investire i fondi della Cina ci sono anche le società quotate controllate dallo Stato.
Il commento sembra però smentire quindi l'ipotesi riportata dal Financial Times che l'Italia abbia chiesto un forte supporto alla Cina per gli acquisti di titoli di Stato nelle aste.

Sempre ieri il sottosegretario all'Economia Antonio Gentile ha dichiarato "Non abbiamo richiesto alcun aiuto particolare alla Cina. La domanda di titoli di Stato italiani tiene".

Ma l'interesse del gigante asiatico non si limita all'Italia.
''La Cina continuerà a espandere i propri investimenti in Europa - ha detto il premier cinese Wen Jiabao - ma i leader dell'Unione Europea e dei principali paesi devono guardare alla Cina nell'ottica di una relazione strategica''.

fonte | Yahoo! Finanza

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