Quante stranezze nel nuovo Decreto Sviluppo...

Dodici nuovi condoni, revisione delle norme sull'eredità bollate dalle opposizioni "anti-Veronica", calo degli incentivi per l'efficienza energetica. Le voci si rincorrono intorno al Decreto Sviluppo che approderà oggi al vertice Ue come risposta all'ultimatum  rivolto al nostro paese dall'asse franco-tedesco. E non sempre le notizie (o indiscrezioni) che emergono sembrano andare nella direzione concordata, vale a dire misure strutturali, capaci di abbattere sensibilmente il debito pubblico e rilanciare la crescita.

Allarme condoni
Le voci più allarmanti (almeno a giudicare dalle reazioni) riguardano i condoni. Dodici quelli inseriti nella bozza discussa lunedì dal Consiglio dei ministri: si va dal concordato fiscale per gli anni pregressi alla regolarizzazione delle scritture contabili, dalla sanatoria per le liti pendenti anche di valore superiore ai 20mila euro a quella per i tributi locali, fino al debutto della regolarizzazione per il canone Rai non versato fino al 31 gennaio 2011 e a quello sui manifesti elettorali abusivi.

Novità in arrivo sulle successioni
Il Decreto dovrebbe apportare grandi novità in materia successoria. In particolare è attesa una revisione della "legittima", vale a dire la quota di eredità a favore dei parenti più stretti nei testamenti. La norma dispone che, ferma restando la quota di due-terzi riservata ai figli, la metà di questa dovrà dividersi in parti uguali e l'altra metà potrà essere attribuita dal genitore a uno o più figli in vario modo. Una legge ad persona, secondo le opposizioni, che agevolerebbe il premier Silvio Berlusconi nel divorzio con Veronica Lario.

Incentivi verso una revisione

Sul fronte degli incentivi, è attesa una conferma della detrazione al 55% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, con alcune modifiche come l'introduzione di tetti di spesa e la rimodulazione degli stessi in funzione degli interventi. Questo porterebbe a complicare la normativa di settore, a fronte di un decreto annunciato come "di semplificazione". Per altro, l'Enea ha calcolato che gli interventi di efficienza energetica degli edifici sono costati allo Stato 6,1 miliardi di euro negli ultimi anni, portando tuttavia benefici per 10 miliardi tra maggiore occupazione in campo edilizio e maggiori tasse versate. Per risparmiare qualcosa nel breve termine, si rischia quindi di colpire un settore a bilancio positivo per l'Erario.

Per altro è stata ipotizzata anche una revisione degli incentivi agli impianti fotovoltaici, con una nuova modulazione di tipo geografico: così, ad esempio, nelle regioni più esposte al Sole come quelle meridionali, il contributo pubblico verrebbe ridotto. Un intervento in teoria sensato, ma troppo complesso da mettere in pratica.

Appalti meno trasparenti?
Gli obiettivi di semplificazione delle gare pubbliche rischiano di compromettere la trasparenza delle stesso. I geologi hanno scritto una lettera al Governo definendo pericoloso il decreto in bozza perché avrebbe il solo effetto di "aggravare la posizione dei professionisti e la trasparenza delle procedure". Sotto accusa soprattutto l'assenza di riferimenti tariffari, che nuocerebbe alla trasparenza nelle procedure di affidamento dei servizi professionali.

fonte | Yahoo! Finanza

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