Crisi - le famiglie perdono 342 euro l'anno, cresce il divario tra prezzi e salari

Fiducia dei consumatori al minimo dal 1996 e divario tra l'aumento dei salari e la crescita dei prezzi che raggiunge il livello più alto dall’agosto del 1995. E' questa la fotografia dell'Italia tracciata dall'Istat che, per quanto riguarda le retribuzioni contrattuali orarie, rileva nella media del 2011 una crescita dell’1,8% rispetto all’anno precedente. Il dato più basso dal 1999.

A dicembre le retribuzioni restano invece ferme su novembre mentre aumentano dell’1,4% su base annua, registrando il valore tendenziale è il più basso dal marzo del 1999. A dicembre, inoltre, la forbice tra l’aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,4%) e il livello d’inflazione (+3,3%), su base annua, ha toccato una differenza pari a 1,9 punti percentuali. Si tratta del divario più alto dall’agosto del 1995. Quanto al 2011, fa sapere sempre l’Istat, la forbice tra l’aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,8%) e il livello d’inflazione (+2,8%) raggiunge un divario pari a 1 punto percentuale. E anche in questo caso si tratta dello scarto più forte dal 1995.

''Oltre ai sempre più gravi dati diffusi dall'Istat, i redditi delle famiglie, secondo quanto rilevato da un'indagine di Bankitalia, risultano inferiori addirittura a quelli del 1991'', denunciano in una nota congiunta Adusbef e Federconsumatori che rilevano come "il potere di acquisto delle famiglie a reddito fisso è diminuito dell'1,9%. Questo significa, per una famiglia media monoreddito che percepisce un reddito 1.500 euro al mese una diminuzione del potere di acquisto pari a 342 euro l'anno, mentre nel caso il reddito percepito sia di 2.000 euro al mese la diminuzione del potere di acquisto è pari a 456 euro l'anno. Le prime previsioni dell'O.N.F. - Osservatorio Nazionale Federconsumatori - prospettano inoltre nel 2012 un aumento pari a 392 euro a famiglia solo per quanto riguarda il settore alimentare. Aggravi, tra l'altro, destinati a peggiorare anche sulla spinta degli aumenti determinati dalla serrata dei tir''.

Con riferimento ai principali macrosettori, a dicembre le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale del 2% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che invece a dicembre presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi e attività dei vigili del fuoco (per entrambi +3,1%). Nella media del 2011 aumenti significativamente superiori alla media si osservano nei comparti militari–difesa (3,3%), forze dell’ordine (3,1%), gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi (3%). Le variazioni più contenute si osservano, invece, per ministeri e scuola (per entrambi l’aumento è dello 0,2%), regioni e autonomie locali e servizio sanitario nazionale (0,3% in ambedue i casi).

Di fronte a questo scenario ''quello che ci sorprende è che il Governo non si decida ancora ad intervenire per risollevare la situazione'', affermano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. E' necessario, infatti, rilevano, ''agire con maggiore coraggio e determinazione sul versante delle liberalizzazioni, ad oggi affrontate in maniera ancora troppo timida. Inoltre e' indispensabile, da un lato, avviare verifiche e controlli per contrastare le intollerabili speculazioni in atto e, dall'altro, rilanciare gli investimenti per lo sviluppo e la ricerca, fondamentali per una ripresa dell'economia''.

Per quanto riguarda la fiducia dei consumatori, a gennaio resta stabile a 91,6, lo stesso livello già registrato a dicembre, che corrisponde al valore più basso dal 1996, ovvero dall'inizio delle serie storiche confrontabili. Ma se da una parte peggiora l'indice relativo alla componente economica (da 77,1 a 75,3), dall'altra migliora quello riferito alla situazione personale degli intervistati (da 97,3 a 97,9).

Guardando alle altre variabili, a gennaio scende l'indice che misura le previsioni a breve termine (da 82,5 a 78,4), mentre sale quello relativo alla situazione corrente (da 98,4 a 102,3). In particolare, si deteriorano le aspettative sull'andamento generale dell'economia Italiana (il saldo scende da -56 a -67) e crescono le aspettative di disoccupazione (da 87 a 97 il saldo delle risposte). Circa i prezzi al consumo, il saldo dei giudizi sull'evoluzione recente aumenta da 65 a 69 e quello sull'evoluzione nei prossimi dodici mesi diminuisce da 58 a 57. A livello territoriale il clima di fiducia dei consumatori migliora nel Nord-ovest e nel Mezzogiorno e peggiora nel Nord-est e al Centro.

Infine, rileva ancora l'Istat, alla fine di dicembre la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 31,4% nel totale dell'economia e del 10,7% nel settore privato. Si tratta di 30 accordi contrattuali, di cui 16 appartenenti alla pubblica amministrazione, relativi a 4,1 milioni di dipendenti (circa 3 milioni nel pubblico impiego). L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di 24,9 mesi nel totale e di 27,6 mesi nell'insieme dei settori privati.

fonte | Adnkronos

Nessun commento:

 
Copyright © 2016. sottovoce.360.
Design by Herdiansyah Hamzah. & Distributed by Free Blogger Templates
Creative Commons License