La norma prevederebbe che sulle ricette mediche, i medici di famiglia indichino solo il principio attivo della cura da seguire e non più il nome della marca o del prodotto singolo da assumere. Questa scelta è stata effettuata per incentivare l'uso dei farmaci generici che costano meno rispetto a quelli griffati e sono a loro volta coperti dal sistema sanitario nazionale permettendo però un risparmio alle famiglie che, soprattutto quando il medicinale va preso per lungo tempo, aiuta a non impattare eccessivamente sulle finanze private.
Alcuni esperti del settore non sono però concordi con la scelta perché i medicinali equivalenti possono avere una variazione di ingredienti fino al 20% rispetto all'originale, andando a creare in certi casi notevoli differenze che possono dar vita a nuove controindicazioni oppure diminuire l'efficacia del farmaco.
L'idea resta valida, ma la mancanza di un sistema di controllo in Italia che permetta di conoscere perfettamente la composizione dei medicinali generici, e quindi la differenza rispetto a quelli di società ben note, preoccupa chi quei farmaci li deve fornire. Se da un lato la loro esistenza ha permesso un abbassamento dei prezzi anche delle medicine di marca, favorendo da un punto di vista economico le famiglie, dall'altra a gran voce si chiede un testo che possa permettere una comparazione chiara tra le diverse medicine, come già esiste in America.
fonte | www.articolotre.com
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