Nell’era di Internet e del commercio elettronico anche i regali di Natale si acquistano online. Ma dall’Europa non giungono buone notizie per i consumatori che pensavano di affidarsi a questo canale di vendita: il 75% dei siti web che vendono giochi, libri, video e musica non sono a norma con le regole a tutela dei consumatori.
Troppe clausole contrattuali inique, pochissime informazioni
sull’identità (e sui recapiti) del commerciante e perdita del diritto di
recesso.
E quando l’utente è un bambino, il quadro è ancora più
preoccupante perché viene attirato da prodotti proposti come gratuiti,
ma che gratuiti non sono. E’ quanto emerge dall’indagine a tappeto
condotta nel mese di giugno dalla Commissione Europea su 333 siti che
vendono in rete giochi, libri, video e musica. Le informazioni sono
state fornite dalle autorità nazionali di tutti i Paesi dell’Unione
Europea (tranne l’Irlanda) più la Norvegia e l’Islanda.
Le autorità hanno selezionato il 76% di questi
siti, quindi ben 254, per ulteriori indagini: hanno già iniziato a
contattare le imprese, chiedendo chiarimenti o rettifiche. Entro
l’autunno del 2013 sapremo come va a finire: potrebbe anche partire una
grande azione legale che porterebbe a grosse sanzioni o addirittura
dalla chiusura obbligata dei siti web.
Al momento, quindi, 254
siti su 333 non sarebbero conformi alla normativa comunitaria a tutela
dei consumatori: i punti più critici sono la pubblicità e le
informazioni fondamentali sui costi e le caratteristiche del contenuto
digitale. Tutto ciò dovrebbe consentire al consumatore di prendere
decisioni informate ed ecco perché ci sono ben 4 direttive europee a
riguardo: la direttiva sulla vendita a distanza, quella sulle pratiche
commerciali sleali, quella sul commercio elettronico e quella sulle
clausole inique. Inoltre, il 71% dei siti che vendono giochi per i
bambini con meno di 14 anni (39 siti sui 55 controllati) non sono
conformi alla normativa UE.
Partiamo dalle clausole contrattuali
inique, riscontrate in 230 siti (il 69%). Si va dalla clausola che
esclude la responsabilità del commerciante in caso di danni al computer
del consumatore a seguito di un download, alla clausola che esclude o
ostacola il diritto dei consumatori a cercare riparazione legale o altre
forme di riparazione o rendono difficoltoso l’accedervi. Ci sono anche
clausole che privano i consumatori del diritto di ricevere un nuovo
prodotto o di chiedere il rimborso se il prodotto scaricato non
funziona.
Un’informazione importante che il consumatore dovrebbe
conoscere prima di “scaricare” un prodotto, è che a causa della natura
dei download il consumatore perde il diritto di recesso dal contratto
quando lo scaricamento è iniziato con l’accordo del consumatore. Cioè il
prodotto scaricato non può essere restituito e il commerciante dovrebbe
informare il consumatore prima del download. Il 42% dei siti non dice.
Il
36% dei siti, poi, non fornisce le informazioni essenziali
sull’identità del commerciante. Non vengono indicati neanche l’indirizzo
geografico e l’email per consentire ai consumatori di contattarli, in
caso di problemi. C’è un’altra informazione che spesso manca e ruguarda
le restrizioni geografiche: non è detto che i consumatori siano in grado
di usare il contenuto digitale scaricato in un paese diverso da quello
in cui risiedono e i commercianti dovrebbero informarli nel merito. Il
73% dei siti controllati non fornisce questa informazione. E quanto c’è,
spesso è presentata soltanto tra le condizioni generali ed è quindi
difficile da reperire.
Infine, il capitolo dei giochi per
bambini. Spesso sono pubblicizzati come “gratuiti”, mentre comportano
qualche pagamento in una fase successiva: circa 9 su 10 siti web non
informano gli utilizzatori sin dall’inizio sui costi addizionali o sugli
acquisti in corso di gioco per i quali è richiesto un pagamento; anche
se questa informazione è spesso menzionata nei termini contrattuali,
essa non reca però indicazioni chiare quanto ai prezzi.
“I
bambini usano con sempre maggior facilità le nuove tecnologie e sanno
sin dalla tenera infanzia come scaricare i giochi – ha affermato Tonio
Borg, commissario responsabile per la Salute e la Politica dei
consumatori – Una volta però che hanno preso l’abitudine a giocare con
un certo prodotto è difficile fermarli. Genitori, state attenti, la metà
di questi giochi scaricabili sono pubblicizzati come se fossero
gratuiti, ma vi potreste trovare rapidamente davanti a conti
stratosferici relativi agli articoli virtuali necessari per continuare a
giocare. In generale, l’indagine a tappeto dell’UE pubblicata oggi
indica che la maggioranza dei siti web controllati non fornisce un
accesso agevole ai termini contrattuali fondamentali. Nei prossimi mesi
le autorità nazionali interverranno per rimettere questi siti web sul
giusto cammino.”
www.helpconsumatori.it
E-commerce: solo 1 sito su 4 rispetta la tutela dei consumatori
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