Un’altra conseguenza della crisi economica che attraversa l’Europa è
dato dall’aumento vertiginoso delle frodi alimentari, alcune di
proporzioni notevoli e per così dire europee, che come “Sportello dei
Diritti” abbiamo provveduto prontamente a segnalare nei mesi scorsi
nell’ottica di tutela dei consumatori – cittadini europei.
Questa
volta l’ulteriore prova dell’ampiezza e del rapido incremento delle
truffe nel settore alimentare giunge dall’avvertimento lanciato da
Esther De Lange, la deputata UE responsabile del Report
sull’”Horsegate”, ossia l’arcinoto scandalo della “carne di cavallo”.
Secondo
l’eurodeputata, infatti, le frodi alimentari sono ad un picco storico
su tutta una serie di aspetti: pesce di allevamento venduto come
selvaggio, il convenzionale come biologico, carne con una determinata
origine nazionale per carne di altri paesi. Ciò sarebbe dovuto a
“debolezze strutturali delle filiere alimentari” (con possibilità di
alti guadagni e rischi di essere scoperti e poi sanzionati invece
bassi). Anche un elemento fondamentale delle Nostre diete, l’olio di
oliva risulta essere anch’esso al centro di queste stesse frodi.
Data
la natura globale di queste frodi, Giovanni D'Agata, presidente dello
“Sportello dei Diritti”, condivide pienamente l’assunto cui è pervenuta
la deputata che ha chiesto di ridefinire il concetto stesso di frode
alimentare, che da un punto di vista giuridico non è uniforme nei
diversi stati membri dell’UE. Infatti, non in tutti i paesi viene posta
nel campo penale, anzi spesso ci si trova nell’ambito civile.
Per
tali ragioni, si è pensato ad una sanzione che corrisponda almeno al
doppio del vantaggio economico ottenuto dall’attività lucrativa anche
se, ovviamente, non è semplice arrivare ad una determinazione minima,
mentre sarebbe più facile stabilire una sanzione ad valorem come nel
caso delle multe dell’antitrust, dato il giro di affari contabile
attribuito al prodotto incriminato.
La proposta ha spiazzato la
Commissione Europea, che aveva semplicemente proposto “sanzioni pari
almeno al vantaggio commerciale ottenuto”.
Tra le nuove regole da
introdurre immediatamente, una su tutti ridurrebbe quasi completamente
la possibilità di porre in essere le frodi: aumentare la tracciabilità
di sistema, e di tutti coloro che a vario titolo partecipano di fatto
alla produzione e commercializzazione di alimenti e ingredienti, anche
attraverso la costituzione di un registro degli Operatori Alimentari.
Il
rapporto della De Lange, sebbene non sia in senso stretto una
iniziativa legislativa, avrà impatto sul Pacchetto dei Controlli
Ufficiali (revisione del Pacchetto Igiene) sul quale il Parlamento
Europeo ha poteri di co-decisione.
La DG SANCO (Direzione generale
per la Salute dei consumatori della Commissione Europea) nel frattempo
sta lavorando alla costituzione di un vero e proprio team anti-frodi. Lo
scorso aprile la SANCO aveva infatti corretto con un nuovo paragrafo il
sistema ufficiale dei controlli, aggiungendo, all’articolo 2, nuove
disposizioni per un piano multi-annuale di controli dedicato proprio
alle frodi (violazioni intenzionali della legislazione per profitto
economico). Il sistema lavorerà a stretto contatto con EUROPOL
(l’Agenzia Anticrimine Europea) e con OLAF (Ufficio europeo per la lotta
antifrode). Probabilmente saranno inoltre contattati stakeholders,
ossia i soggetti o gruppi portatori d’interessi in materia, in grado di
fornire informazioni sensibili.
Sportello dei Diritti
Sicurezza alimentare: le frodi alimentari si incrementano con la crisi economica
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