Sofisticazioni alimentari, scandalo in America.

Piombo e solventi. Mele secche conservate con sostanze chimiche cancerogene. Cibo per gatti congelato contenente antibiotici vietati. Sardine ricoperte di batteri. Funghi con pesticidi e dentifrici con solventi. Il campionario dei prodotti alimentari cinesi che raggiungono Stati Uniti ed America Latina abbonda di sostanze nocive per la salute, al punto che il mese scorso la Food and Drug Administration (l'ente Usa che controlla la qualità di alimenti e farmaci) ha tolto dal commercio 60 milioni di scatolette di cibo per animali, in seguito a una morìa di animali domestici. Più di un centinaio di altri alimenti sono stati banditi, mentre a un migliaio di navi-container cinesi è stato impedito di scaricare prodotti dietetici adulterati, cosmetici tossici e medicine contraffatte. E' di ieri la notizia che a Panama sono stati trovati 36 mila tubetti di dentifricio contenenti etilene glicolico, un solvente industriale utilizzato per i liquidi antigelo. Lo scorso anno, sempre a Panama, sempre la stessa sostanza, etichettata come innocua glicerina e prodotta in Cina, era stata inserita in farmaci contro il raffreddore e aveva ucciso un centinaio di persone. Quasi tre settimane fa, la catena di supermercati Usa 'Wal-Mart' aveva ritirato dagli scaffali centinaia di biberon cinesi con un alto contenuto di piombo. Così come di piombo erano piene le duecentomila collanine per bambini ritirate a Boston dalle macchinette della 'Cardinal Distributing Company'. A seguito della contaminazione alimentare diffusa in mangimi per pesci e animali da allevamento, alcune grandi compagnie come la Kraft e la Kellog hanno deciso di rafforzare le misure sul controllo della qualità, facendo pressione sul governo Usa affinché anche la Cina si conformi a regole più severe. I colossi alimentari temono che l'allarme provocato dai recenti scandali alimentari possa innescare una reazione a catena nella popolazione e un conseguente boicottaggio di importazioni straniere, invertendo la tendenza che ha reso i produttori largamente dipendenti da ingredienti prodotti nei Paesi in via di sviluppo.

L'opinione del giallista Massimo Carlotto.

Fidarsi è bene... Massimo Carlotto è l'autore, con Francesco Abate, di un romanzo ('Mi fido di te', edizioni Einaudi) uscito poco più di un mese fa e ambientato nel pianeta della sofisticazione alimentare. Il protagonista, Gigi Vianello, possiede un ristorante dove vende per buoni alimenti contraffatti e rimpinzati di sostanze cancerogene. "La realtà supera sempre la fantasia?", abbiamo chiesto all'autore. "Ormai la sofisticazione alimentare sta dilagando - ci ha risposto - e gli Stati Uniti tendono a proteggersi molto di più dell'Europa. Le leggi europee, pilotate da interessi molto precisi, stanno facendo diventare il nostro continente la pattumiera degli Ogm meno riusciti e più nocivi. Da noi non arrivano solo quelli cinesi, ma anche quelli americani. La legislazione è fatiscente, i sofisticatori rischiano pochissimo, ma è l'intero sistema alimentare moderno che è basato su una truffa di fondo, cioè la cattiva qualità del cibo che noi mangiamo e che produce sempre di più tumori e malattie cardiovascolari". E' un discorso che va affrontato all'origine o all'arrivo delle merci incriminate? "Va affrontato in entrambi i casi. Noi non teniamo conto che i cibi sono composti da molte sostanze, e che parte di queste sono assolutamente nocive. Va rivisto il sistema di controllo che noi applichiamo, soprattutto nelle grandi catene. Le multinazionali del settore alimentare spendono 20 miliardi di dollari all'anno per inventarsi nuovi colori e nuovi sapori, tutti chimici. Il problema è che affrontare oggi un discorso di tutela della salute dei cittadini in maniera radicale non solo deve partire da leggi che impediscano e puniscano le sofisticazioni alimentari, ma deve comprendere la messa in discussione di un intero sistema". Da cosa è partita la sua inchiesta sugli alimenti adulterati? "Dal fatto che per due anni ho dato al mio bambino di 4 anni un prodotto a base di pappa reale che doveva essere interamente italiano, e che invece era cinese e conteneva un antibiotico considerato nocivo. Il prodotto è stato ritirato dal mercato. Non capivo perché il bambino non si ammalava mai. Per forza, era pieno di antibiotici...".

fonte: http://www.peacereporter.net

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