Inflazione e deflazione: tutti sotto scacco

Tutti bene o male sanno cos’è l’inflazione. Per citare una fonte autorevole, ad esempio, l’enciclopedia Zanichelli ne da questa definizione, considerandola come un: “Aumento prolungato del livello dei prezzi o diminuzione del potere d'acquisto della moneta.” In parole povere l’inflazione non è l’origine di un problema, bensì è da considerarsi un effetto, come conseguenza di azioni compiute a monte. Perché aumenta il livello dei prezzi e diminuisce il nostro potere d’acquisto? E’ ciò che ci si dovrebbe domandare prima di comparare numeri e grafici.

Mi soffermerei prima sulla causa che porta all’aumento del livello generale dei prezzi.

La principale causa generante l’inflazione, definita anche come “inflazione per eccesso di liquidità” è da imputare ad un eccessivo aumento di moneta in circolazione rispetto ai beni e servizi da acquistare.
Ciò significa che è avvenuto un deprezzamento della moneta, ovvero si richiedono più soldi per acquistare beni\servizi, perché ogni unità di denaro vale meno di quanto valesse prima: se prima i consumatori pagavano 1€ per comprare un chilo di pane, adesso ne pagano 2,50 €, tutto ciò perché nonostante si acquisti la stessa quantità di bene (un chilo), la moneta (l’euro in tal caso) ha perso valore, si è deprezzata.

Conseguenza diretta risulterà naturalmente la cosiddetta “perdita del potere d’acquisto”: nei casi di retribuzione fissa se prima con 1000€ al mese di salario potevo assicurarmi un paniere di 300 beni\servizi, adesso me ne potrò assicurare un paniere di 200 beni\servizi, ovvero la mia moneta ha perso potere d’acquisto e mi permette di godere di minor benefici rispetto a prima.
Tanto per citare qualche previsione sul “caro-vita” le associazioni dei consumatori, come Adusbef e Federconsumatori, hanno valutato rincari per l’anno 2008 fino a circa 1.700 euro a famiglia, valutando un nucleo familiare che ha un reddito annuo disponibile pari a € 28.500.

Fatta questa breve premessa, torniamo all’apice del problema.
Se è vero ed ammesso da tutti che l'inflazione è l'aumento continuo del livello generale dei prezzi determinato da un aumento abnorme della massa monetaria in circolazione, con la conseguenza che il medio circolante aumenta oltre i limiti rappresentati dai bisogni degli scambi generando così un aumento persistente dei prezzi dei beni … allora viene spontaneo chiedersi: chi genera l’abnorme aumento della massa monetaria?

Risposta: lo genera chi ha il potere di emettere moneta.
Domanda: chi ha il potere di emettere moneta, creandola dal nulla?
Risposta: le Banche Centrali, capaci di emettere banconote ex nihilo generando così un'esuberanza dei mezzi di pagamento rispetto ai beni disponibili.

Negli ultimi 300 anni di storia le Banche Centrali hanno eroso ai singoli Stati uno dei poteri fondamentali per un Paese, ovvero emettere la moneta di cui ha bisogno per gestire la spesa pubblica e di conseguenza i bisogni dei cittadini. Questo potere fondamentale adesso appartiene alle Banche Centrali, come la Banca Centrale Europea o la Federal Reserve , gruppi privatistici che si celano sotto la parvenza di istituzioni pubbliche e che continuano ad indebitare rispettivamente i Paesi di Eurolandia e Usa sotto la morsa di un crescente debito pubblico.
Le banche centrali e le banche commerciali sono in grado di emettere credito e denaro e grazie a questa forma di monopolio la massa monetaria viene contratta o espansa a tutto vantaggio di pochi potentissimi gruppi di potere.

L’inflazione e la deflazione, ossia l’espansione e la contrazione di credito e denaro, sono due strumenti monetari letali affidati alle banche, strumenti collegati a loro volta al potere di modificare il tasso di riferimento: questo tasso (prima deciso dalla Banca d’Italia, mentre dal 2004 è determinato con provvedimento della Banca Centrale Europea) rappresenta il tasso con cui la Banca centrale concede prestiti alle altre banche (dal 13/06/2007 è determinato al 4%) e sulla base di questo vengono determinati il tasso d'interesse, applicato dalle banche commerciali ai propri clienti che chiedono prestiti e mutui. Più i tassi sono bassi e più aumenterà la massa monetaria provocando inflazione, viceversa con tassi alti si generano fenomeni deflattivi.

Come direbbe Bukowski: “Dobbiamo rassegnarci ad annoverarci fra le perdite: qualsiasi mossa sulla scacchiera porta allo scacco matto.” Se noi cittadini rappresentiamo il re in scacco matto, di certo lo scenario generato dal sistema bancario è nettamente opposto, perché il “banco\a vince sempre”.
Le banche, generando inflazione, causano un aumento dei prezzi generalizzati e deprezzamento del denaro, ed incamerano il vantaggio di aver creato moneta ex nihilo; qualora invece le banche ci portano verso la deflazione generano insolvenza da parte della collettività ed una fase di recessione economica (se non c’è denaro non c’è scambio tra le controparti), traendo il vantaggio di appropriarsi di beni reali (aziende, case, terreni) messi come ipoteca o garanzia a fronte del debito contratto e divenuto insoluto.

Tutto questo scenario deprimente (negativo per noi, non certo per il cartello bancario) non accadrebbe se la sovranità monetaria fosse un potere gestito dallo Stato.
Già immagino i dubbi di alcuni lettori che si chiederebbero: “e chi mi dice che se lo Stato emettesse la propria moneta non si genererebbero pressioni inflazionistiche?”. A questa domanda cercherò di rispondere citando le teorie di un signore da molti considerato il più grande economista del XX secolo, John Maynard Keynes: l'aggiunta di nuova moneta all'economia non spinge al rialzo i prezzi fintanto che il denaro viene utilizzato per produrre nuovi beni e servizi perché l'offerta (beni\servizi) aumenterà insieme alla domanda (moneta).

Logico che se invece venga emessa moneta per arricchire i conti segreti a Panama o alle Cayman dei banchieri, anziché finanziare beni e servizi utili alla collettività, il tutto con la complicità di “burattini di facciata” e delle stanze di compensazione, qualsiasi mossa sulla scacchiera porterà sempre allo scacco matto. Si spera presto di acquisire la dote, o meglio la coscienza, di trasformarsi in giocatori di scacchi, non restare pezzi sulla scacchiera.
La gente non si rassegna alle piccole perdite; sono le grandi privazioni che inducono immediatamente alla rassegnazione … e il banco vince sempre.

fonte: Salvatore Tamburro - www.disinformazione.it

Nessun commento:

 
Copyright © 2016. sottovoce.360.
Design by Herdiansyah Hamzah. & Distributed by Free Blogger Templates
Creative Commons License