Latte alla spina, frutta e verdura - vendita diretta contro il carovita

Il latte è sempre lo stesso. Il prezzo, però, cambia ad ogni passaggio, salendo - secondo la Coldiretti - di oltre il 240% dal produttore a chi consuma. La causa sono i passaggi intermedi, come confezionamento e pastorizzazione, che ne fanno più che triplicare il prezzo. Non sorprende così che torni la domanda per il latte delle nonne, quello sfuso e crudo di cui si diceva un gran male in passato. E che oggi, invece, si fa largo nelle città italiane, dove aumentano di giorno in giorno i distributori di latte alla spina. Magari da associare alle verdure acquistate nei mercati che da poco i contadini stanno aprendo nelle città. Il boom del latte alla spina è un fenomeno dalle cause molteplici. C'è chi sostiene abbia più gusto, poiché ricco di grasso non omogeneizzato. Altri, invece, lo spiegano con le ragioni dell'ecologia, aiutata evitando molti passaggi di imbottigliamento. Il motivo principale sembra, però, quello economico.
Comprare il latte crudo ad uno degli oltre 750 punti vendita distribuiti in tutta Italia costa un euro al litro (un euro e venti per quello biologico), oltre il 30% in meno del prezzo di 1,49 euro che, in media, viene segnato nei supermercati.
Un risparmio che si ottiene superando la ormai famigerata filiera, tutti quei passaggi intermedi che si interpongono fra la mungitura e la colazione degli italiani. Una filiera che in tanti, tra politici e associazioni di settore, si propongono di semplificare. E che è stata genialmente saltata da un numero sempre maggiore di consumatori e contadini, tramite i distributori del latte sparsi per mezza Italia individuabili sul sito www.milkmaps.com.
Quella del latte alla spina è solo una delle molte iniziative promosse dalla Coldiretti per promuovere la vendita diretta.
Per la frutta e la verdura, è possibile fare la spesa in uno dei cosiddetti farmers markets, nati grazie a una legge del governo Prodi che ha permesso ai contadini di vendere i loro prodotti agli abitanti delle città senza intermediari. L'obiettivo della Coldiretti è quello di aprirne uno in ogni città (a Milano ne ha aperto da poco uno a Porta Romana), copiando così il caso degli Stati Uniti dove si contano 4385 mercati, il 53% in più rispetto a dieci anni fa.
Un'alternativa è quella del "pick your own", una formula che consente di raccogliere frutta e ortaggi direttamente nell'orto di alcune aziende agricole. Oppure quella di visitare il motore di ricerca "fattorie e cantine" sul sito www. campagnamica. it, così da individuare le aziende agricole più vicine dove è possibile fare la spesa.
Con questi metodi di vendita, secondo Coldiretti, i risparmi dovrebbero arrivare intorno al 15% della spesa agroalimentare. Un risparmio significativo e dalle origini (il salto della filiera) chiaramente identificabili. Restano, però, dubbi sull'effettiva portata di un'iniziativa dal basso, che evade dalle logiche istituzionali. Ed è per questo che, rispondendo alla richiesta di "atti concreti" di Federconsumatori, il ministro Zaia, ha rilanciato ieri la soluzione preannunciata a Repubblica di un calmiere sui prezzi dei beni di prima necessità. Come quel latte e quelle verdure che, in attesa dei tempi della politica, sappiamo oggi dove poter comprare senza essere spremuti.

fonte: http://www.repubblica.it/

Nessun commento:

 
Copyright © 2016. sottovoce.360.
Design by Herdiansyah Hamzah. & Distributed by Free Blogger Templates
Creative Commons License