L’occidente è in svendita

Un anno fa, son passati 365 giorni dallo scoppio della peste che contagia il mondo, una vera pandemia di proporzioni incredibili e imprevedibili, lo scoppio della bolla sui mutui americani. A dire il vero, i segni di cosa stesse covando sotto l’idea dell’economia fatta solo di ‘carta’ e ‘transazioni’ s’erano visti qua e la negli anni precedenti.
Pensiamo solo all’Italia, ma il discorso potrebbe essere allargato con facilità ad altre nazioni, i casi Cragnotti e Parmalat aveva messo sull’avviso chiunque si interessi di economia e finanza.

La verità che l’atomica economica che ha colpito il globo, dal 6 agosto del 2007, ha bruciato 1600 miliardi di dollari degli istituti di credito (banche), alcune di essi vengono nazionalizzati e profumatamente sovvenzionati dai governi dei loro Paesi per evitare conseguenze catastrofiche per la popolazione, la Northern Rock inglese ha ricevuto altri 3 miliardi di sterline in questi giorni, cifre da capogiro.
Tutte le banche centrali ha ‘buttato’ sul mercato un valanga di liquidità, moneta fresca e sonante, per attutire il colpo sulle economie nazionali, soldi in massa per frenare la slavina che dagli Usa ha dilagato in tutta Europa e, come taluni avveduti affermano, influito sulle speculazioni petrolifere.

Sì, c’è chi a ragione sospetta che dietro la ‘balzana corsa’ del prezzo del petrolio, ci siano stati l’interesse convergente dei paesi produttori e pure, visto che la speculazione riguardava i ‘future’ (acquisti di barili su sulla carta di impegni futuri), della finanza internazionale, soprattutto Usa, che voleva riassorbire le perdite subite.Ancora oggi i rischi sono molto elevati e non è iniziata nessuna riflessione globale, tentata senza fortuna da Tremonti al G8 giapponese, sulle misure di riduzione di rischio globale degli strumenti finanziari.
Nello stesso tempo però, vale la pena spenderci una parola, sono emersi nuovi player globali, i fondi sovrani di paesi arabi, cinesi e russi hanno preso quote importanti di società e banche occidentali, grazie ai soldi freschi provenienti dall’acquisto dei prodotti petroliferi dei paesi europei.

La speculazione immobiliare è esplosa producendo povertà, la crescita del petrolio ha fatto lenire le ferite ma pure irrobustito i fondi sovrani di paesi ‘non-democratici’, ora ci troviamo non solo meno abbienti ma anche meno liberi.
Perché? Il fondo sovrano del Quasar possiede il 20% della Borsa inglese,il 6% di Barclays e il 20 % delle Borse dei Paesi scandinavi; il fondo russo Stabilation fund è proprietario del 9 % della banca svizzera Ubs e della inglese Standar Charter; il fondo ‘oscuro’ di Singapore Temasek ha il 15 % di Merill Lynch e il 3% di Barclays; i cinesi di China investiment Corporation sono i proprietari del 10 % del fondo Blackstone,del 9,9% di Morgan Stanley, del 3,1% di Barclays.

Tutto ciò deve preoccupare almeno quanto l’aumento del prezzo del pane e del latte che colpisce ogni famiglia, preoccupare e allarmare per il semplice fatto che se la politica occidentale non torna ad accompagnare la ‘grande economia e finanza’, alla fine la guida la prendono saldamente in mano altri, per nulla interessati né alla libertà economica, né alle virtù del mercato e tantomeno ai diritti e libertà umane tanto care all’occidente.Non ci si può permettere, di armare con i nostri errori, la mano dei nostri strozzini.

da www.blogonomy.it

Nessun commento:

 
Copyright © 2016. sottovoce.360.
Design by Herdiansyah Hamzah. & Distributed by Free Blogger Templates
Creative Commons License