"E' possibile che in futuro cambiamenti del sistema finanziario internanzionale siano forgiati tanto da Washington quanto da Pechino". Questo è il messaggio che Zhou Xiaochuan, Governatore della Banca Centrale Cinese, ha lanciato in un recente articolo in cui invoca una riforma radicale del sistema monetario internazionale, che rimpiazzi il dollaro con una valuta globale. I soli accenni ad una proposta in tal senso da parte di Tim Geithner son stati sufficienti a far crollare il dollaro, salvo poi "salvarlo" nuovamente affermando che "il dollaro rimarrebbe comunque la principale valuta di riserva".
Tale proposta serve solo ad eplicitare le preoccupazioni cinesi circa la riposta della Fed alla crisi, ovvero ingenti immissioni di moneta, che indeboliranno il dollaro e sgretoleranno il valore delle enormi riserve in dollari detenute dalla People's Bank of China. L'argomentazione di Zhou si basa su due ipotesi. La prima è che lo status di riserva valutaria di cui gode il dollaro abbia aiutato la creazione degli squilibri globali che hanno portato alla crisi. In effetti i paesi che detengono surplus di bilancia commerciale non hanno grande scelta se non reiniettare la maggior parte delle remunerazioni delle esportazioni nei mercati dei titoli per sostenere il valore della valuta estera (e perpetuare questa strategia da taluni definita neomercantilista). Questo comporta la possibilità per gli americani di ottenere tassi d'interesse clamorosamente bassi che spingono le bolle speculative nei vari mercati (case, petrolio, riso, grano...). La seconda considerazione è una sorta di trade-off relativamente alla stabilità che il paese detentore della valuta di riserva fronteggia: stabilità interna vs stabilità internazionale.
La proposta del banchiere cinese è di trasferire lo status di valuta di riserva dal dollaro agli SDR (Special Drawing Rights - diritti di prelievo speciale), una valuta fittizia (come l'ECU per intederci) creata e gestita dal Fondo Monetario Internazionale e composta da un paniere di valute internazionali opportunamente pesate. Questo permetterebbe di tornare all'orgine degli SDR che nacquero durante Bretton-Woods proprio come valuta di riserva e "mezzo di liquidità" per le transazioni internazionali, successivamente caduto in disgrazia e ridotto al rango di mero strumento contabile ai fini del Fondo. Tale proposta potrebbe ricevere forte sostegno dalle altre economie emergenti con grandi riserve in dollari, ma difficilmente vedrà la luce nel prossimo futuro. Occorrerebbero anni prima che gli SDR fossero ampiamente accettati come strumento di scambio e riserva di valore. Allo stesso tempo occorrerebbe uno sforzo sostenuto dei paesi per creare nuovi SDR, visto che attualmente in circolazione ce n'è qualcosa come circa 30 milliardi di dollari, poco più dell'1% delle riserve cinesi ed una goccia rispetto agli oltre 10,000 miliardi di dollari del debito pubblico americano.
Le pressioni politiche potrebbero essere anche più forti delle barriere economiche. Gli Stati Uniti rinuncerebbero ad uno strumento così conveniente di finanziamento del loro modello di consumi? Ma anche paesi come la Cina, sarebbero disposti ad accettare la rottura di questo circolo vizioso che ha arricchito i due Ubriachi senza costringerli a cambiare una virgola nei loro modelli di società? La Cina ha rinunciato nei fatti alla Harmonious Society ed alla domanda interna, con una divisione netta tra capitalisti e lavoratori. Una valuta globale forzerebbe il tasso di cambio tra Yuan e le altre valute (per mezzo dell'SDR) a decollare, in tal modo la Cina sarebbe forzata a sostenere la domanda interna. e quindi perdere quote di mercato a favore di altri paesi (più poveri e quindi più competitivi sulla bassa qualità).. quasi quasi gli conviene tenersi il Dollaro...
fonte: dalleconomiallapolitica.blogspot.com
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