Influenza A: in Italia previsti 12 milioni di casi

Secondo le stime previsionali degli esperti, in Italia sono attesi circa 12 milioni di casi di influenza A, con un tasso possibile di letalità tra lo 0,1% e lo 0,4%.
E' la stima del virologo Fabrizio Pregliasco, diffusa durante un incontro sell'influenza pandemica in corso a Praga. Pregliasco ha spiegato che la stima che va da 12.000 fino a 92.000 decessi possibili "é calcolata tenendo conto di una incidenza di letalità variabile per età compresa in una forbice dallo 0,1% allo 0,4%". La stima di 12 mila decessi, ha detto Pregliasco, "é quella più probabile. Nello scenario peggiore potrebbero verificarsi invece circa 92 mila decessi e questo se il virus dovesse mutare diventando simile a quello della spagnola verificatasi nel 1918". Pregliasco ha però precisato che tale stima di decessi nel peggiore degli scenari "é tuttavia improbabile poiché è improbabile che tale scenario si verifichi".

La morbosità e il numero di casi attesi di nuova influenza in Italia, ha sottolineato Pregliasco, "sarà in rapporto alla forza di infezione del virus. Questo vuol dire che se il virus sarà fortemente infettante ci saranno da 12,6 milioni a 23 milioni di casi, pari al 38,7% della popolazione". Riferendosi quindi alla letalità stimata della pandemia, queste sono le previsione dell'esperto: "Su 12 milioni di malati, considerando un tasso di letalità dello 0,4%, si stimano da 12 mila a 48 mila decessi. Considerando invece lo scenario peggiore che porterebbe a 23 milioni i malati, sempre riferendosi ad un tasso di letalità allo 0,4%, si potrebbero verificare da 23 mila a 92 mila decessi". Da Praga, il presidente della società italiana di medicina generale (Simg) Claudio Cricelli, ha anche fornito le stime del tasso di ospedalizzazione atteso per la pandemia e calcolato sulla base dei dati disponibili relativi alle precedenti epidemie influenzali: "Dai 6 ai 23 anni - ha detto - si stimano 6,3 ricoveri su 10 mila contagi; nella fascia 2-4 anni la stima é di 1,5 su 10 mila; da 5 a 17 anni è dello 0,5; da 18 a 49 anni dello 0,4; da 50 a 64 anni è dello 0,9 e sopra i 65 anni é del 4,5". Dunque, ha sottolineato Cricelli, "si prevede un grosso impatto soprattutto per la rete degli ospedali pediatrici".

fonte: ANSA

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