H1N1 - l'altra faccia del business: mascherine e gel igienizzanti a ruba

Baci, abbracci e saluti. Effusioni, trasporto ed emozioni sono ormai “infettati” dal virus H1N1. E’ chiaro che l’influenza ha obbligato ad un’inversione di rotta. A cambiamenti che stanno invadendo la pratica quotidiana, i gesti comuni, i gesti ripetitivi e le abitudini. Quelle che confinano con la routine, l’etichetta e l’educazione. C’è chi non dà più la mano, chi evita i contatti ravvicinati e chi ha attrezzato la borsa come fosse uno zaino da missione di guerra. Mascherina, gel igienizzante, guanti di lattice, pacchetti di fazzoletti di carta, bustina di plastica per buttare i fazzoletti sporchi, spray nasale e l’ antinfluenzale. «Non stiamo parlando solo di persone ipocondriache – conferma Franco Caprino presidente di Federfarma Lazio l’associazione che raccoglie i farmacisti -. Le mascherine vanno a ruba, le abbiamo praticamente finite anche nei depositi. E tante richieste le abbiamo per i prodotti che sterilizzano le mani senza acqua. Sì, sono utili in caso non ci sia il sapone. Ma ora se ne stanno vendendo a vagoni». La bottiglietta viene tenuta in macchina, nella 24ore da lavoro, nella borsa, in tasca. «C’è chi confessa – aggiunge Caprino – di evitare ormai anche la stretta di mano. Solo saluti con braccio alzato. E’ giusto, comunque, dopo un viaggio sull’autobus lavarsi o disinfettarsi bene anche tra le dita».

Dalla tv americana arrivano spot nati proprio per “istruire” al nuovo galateo: ci sono due impiegate di spalle che si alzano e si voltano contro il muro della stanza quando starnutiscono e c’è Whoopi Goldberg (l’attrice di “Sister act”) e che, con un’amica, si saluta strofinando i gomiti. Abbandonando qualsiasi contatto fisico. L’abbraccio consigliato è quello in cui i due volti si incrociano ma non si toccano, una stretta fraterna senza passione e senza sensualità. Una sorta di sterilizzazione dei gesti e delle emozioni. “Sindrome” non rara. Le persone non hanno il coraggio di confessarlo, fanno sapere gli infettivologi, ma sono tanti che si sono attrezzati per una efficace difesa personale. Sostenuti dai dispenser dell’acqua santa nelle chiese, dal dubbio che non sia il caso di darsi il segno di pace a messa, dal fatto che varie aziende cominciano a regalare “armi” antivirus. I negozi firmati “Obj”, in tutti i punti vendita d’Italia, hanno deciso di distribuire gratuitamente ai clienti mascherine per proteggersi dall’influenza. Hamos Guetta, amministratore delegato della catena: «Specifichiamo che si tratta di un’influenza come le altre, non vogliamo certo creare allarmismi». Mascherina e jeans, mascherina e camicia, mascherina e felpa.

E proprio la mascherina è comparsa anche tra le statuine del presepio in via San Gregorio Armeno a Napoli. L’idea è di Genny Di Virgilio, uno degli artigiani della strada. Ha messo un panno bianco sulla bocca dei Re Magi ma anche su Bambin Gesù nella mangiatoia. I tre, nelle loro ampolline, invece che oro incenso e mirra portano in dono il vaccino antinfluenzale. A Roma si ipotizza di obbligare i musulmani che entrano nella moschea di Forte Antenne di pregare con la bocca coperta per limitare il rischio dei contagi tra i fedeli. Tra poco più di un mese, quando l’influenza dovrebbe arrivare al picco, verrà celebrata nella moschea per la fine del pellegrinaggio alla Mecca con una popolazione che sfiora circa ventimila persone.

fonte: Il Messaggero

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