
“Ciò che è stato in genere riportato dai media è che la febbre suina è totalmente nuova per il nostro organismo e che non possediamo nessuna immunità contro di essa”, sottolinea Bjoern Peters, ricercatore presso l’Institute for Allergy and Immunology de La Jolla, in California.
Attraverso un analisi nel più grande database presente negli Stati Uniti e relativo alle malattie influenzali, Peters e i colleghi hanno verificato che circa il 17% del totale dei linfociti B presenti nel nostro organismo riconosce il virus H1N1 e lo attacca quando è ancora in circolo nel sangue. Il 69% dei linfociti T riconosce e contrasta invece il virus quando è ormai giunto a livello delle cellule, sostengono i ricercatori. Ciò significa che, almeno in parte, il nostro organismo possiede delle difese immunitarie contro il virus H1N1, sviluppate in passato nei confronti di altri virus influenzali.
“Il nostro studio fornisce una valida spiegazione al fatto che questa influenza è meno pericolosa del previsto, forse ancora meno della comune influenza stagionale”, spiega Bioern Peters. Tuttavia, i ricercatori non negano la necessità di vaccinarsi, specialmente quando si è affetti da gravi patologie o quando si è condizioni di salute considerate a rischio.
fonte: Health Yahoo
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