
Il buco nell'ozono, infatti, portava con sé la formazioni di nubi molto luminose che schermavano l'Antartide dai raggi solari limitando le ricadute del riscaldamento prodotto dai gas serra prodotti dall'uomo. "La chiusura del buco sta rallentando fortemente la formazione delle nubi protettrici e ciò accelera il riscaldamento di alcune aree dell'emisfero meridionale, Antartide compreso", ha spiegato Ken Carslae, scienziato di scienze atmosferiche all'Università di Leeds e co-autore della ricerca appena pubblicata.
Lo studio si basa sui dati raccolti tra il 1980 e il 2005 dall'European Center for Medium-Range Weather Forecasts i quali dimostrano che il buco nell'ozono generava venti ad elevata velocità che portavano sali del mare nell'alta atmosfera a formare nubi ricche in umidità le quali riflettevano una gran parte dei raggi solari difendendo l'atmosfera sopra l'Antartide dal riscaldamento generalizzato del pianeta. Tali nubi possedevano anche il 46% in più di goccioline d'acqua rispetto alle altre aree dell'emisfero meridionale.
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