Le alluvioni che uccidono decine di migliaia di persone in Pakistan, India, Cina, le piogge torrenziali nell'Europa orientale, la siccità e gli incendi che hanno fatto finora 5.000 morti in Russia, un'isola di ghiaccio, grande quattro volte Manhattan, che si stacca dalla Groenlandia: sono tutti fenomeni isolati oppure è un sintomo di una malattia più grave, che investe tutto il pianeta?
In Russia hanno collezionato anomalie climatiche mai registrate in duecento anni di osservazioni, con temperature medie nel mese di luglio di 7,8 gradi più alte dei valori normali. L'ondata di caldo ha distrutto il 20 per cento del raccolto di cereali del paese e ha sconvolto i mercati alimentari mondiali; gli incendi di boschi e torbiere che divampano da giorni soffocano Mosca, avvolta in una nube tossica di fumo e pulviscolo.
Se la Russia è in fiamme, il Pakistan sta annegando; le piogge monsoniche, che flagellano il paese da settimane, hanno distrutto l'80 per cento delle sue risorse alimentari. Oltre alle migliaia di morti dovuti alle frane e alle inondazioni, per milioni di persone si prospetta una crisi alimentare senza precedenti.
Secondo i meteorologi i due fenomeni sono in stretta relazione; il monsone indiano, che in questa stagione porta piogge abbondanti nelle regioni tropicali, si è manifestato in forma particolarmente intensa, concentrando piogge continuative non solo in Pakistan, ma anche nelle regioni himalayane dell'India, fino in Cina e in Corea. Parte di questo sistema di circolazione determina un rinforzo dell'alta pressione a nord e tiene in scacco la Russia nella morsa della siccità. Fin qui si tratta di meccanismi meteorologici, non direttamente collegabili ai cambiamenti climatici.
Eppure i segnali che si possono razionalmente considerare legati al surriscaldamento globale non mancano: secondo il glaciologo pakistano M. Khan Iqbal, le inondazioni che stanno devastando il suo paese sono state di così eccezionale portata a causa dello scioglimento dei ghiacciai nel Pakistan settentrionale. L'Asia non è la sola a sperimentare condizioni meteorologiche estreme; negli ultimi sei mesi un numero record di inondazioni ha colpito gli Stati Uniti; tre giorni fa in Canada, vicino a Vancouver, il collasso del ghiacciaio Capricorn ha fatto franare quaranta milioni di metri cubi di fango e roccia, una delle peggiori frane nella storia del paese.
Secondo gli esperti, in un mondo surriscaldato aumenta la probabilità e la gravità delle inondazioni in alcune regioni; alle temperature più elevate corrisponde infatti un aumento di vapore acqueo nell'aria e quindi precipitazioni sempre più abbondanti. Valori elevati di umidità nell'aria nutrono le tempeste e gli uragani, aumentandone la forza e il potere distruttivo. E manco a dirlo, la stagione degli uragani atlantici in corso è prevista come la peggiore degli ultimi decenni.
L'attuale quadro meteorologico è stato oggetto di commenti da parte di funzionari e attivisti nei negoziati internazionali sul cambiamento climatico, che si sono conclusi venerdì a Bonn. Un delegato degli Stati Uniti ha dichiarato che l'ondata di calore della Russia e le inondazioni in Pakistan sono ''in linea con il tipo di modifiche tracciate dai modelli di simulazione, che inquadrano questi effetti come risultato del cambiamento climatico globale; queste condizioni non potranno che peggiorare se non agiamo in fretta".
Giovedì, in una riunione del consiglio di sicurezza russo, il presidente Dmitry Medvedev si è espresso con le stesse parole. "Sfortunatamente, ciò che sta accadendo nelle regioni centrali è la prova di un cambiamento climatico globale, poiché nel corso della nostra storia non abbiamo mai sperimentato condizioni climatiche tanto estreme. Questo significa che dobbiamo cambiare il nostro modo di lavorare, cambiare i metodi che abbiamo usato in passato. "
Nient'altro che proclami, visto che dai negoziati di Bonn non è uscito alcun accordo sulla riduzione delle emissioni di gas serra per contenere il riscaldamento del pianeta. Troppi gli interessi divergenti.
fonte: Paesi Tropicali
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