Sul fondo degli oceani bombe ecologiche vecchie di quasi 70 anni

Sul fondo degli oceani e dei mari di tutto il mondo c’è una bomba ecologica vecchia di quasi 70 anni pronta a esplodere, con conseguenze che potrebbero essere molto più gravi di quelle provocate dalla perdita della piattaforma BP nel Golfo del Messico. Sono i serbatoi carichi di carburante delle oltre 8500 navi affondate durante la Seconda Guerra Mondiale, tra cui 1500 petroliere, che dopo decenni di ruggine, acqua salata e corrosione stanno per cedere.

L’allarme è stato lanciato dalle colonne della autorevole rivista NewScientist da Trevor Gilbert, dell’Australian Maritime Safety Authority e Dagmar Etkin dell’Enviromental Research Consulting di New York, che hanno realizzato il primo database al mondo dei naufragi bellici potenzialmente pericolosi. I due ricercatori sono
anche riusciti a stimare il quantitativo di gasolio, lubrificanti e derivati del petrolio vari stivato nei relitti di guerra: oscilla tra 2,5 e 20 milioni di tonnellate. Anche nell’ipotesi più favorevole si tratta di una quantità di inquinanti doppia rispetto a quanto è fuoriuscito negli ultimi mesi dal pozzo della BP e 10 volte la perdita della Exxon Valdez. Un disastro ambientale di proporzioni immani che non è solo una teoria: si sta già verificando. Nel 2001 una petroliera americana affondata nel 1944 nell’arcipelago della Micronesia con oltre 20.000 tonnellate di petrolio e carburante aeronautico, ha cominciato riversare in mare il contenuto delle sue cisterne. È bastato un tifone che ha spostato il relitto di qualche metro per rompere le lamiere e far sì che il contenuto del relitto si arenasse sulle bianchissime spiagge circostanti.

Ma non c’è davvero nulla da fare? In realtà, dicono gli esperti, ispezionare i relitti affondati e tenerli sotto controllo è l’unica strada possibile. E una volta identificati quelli più pericolosi, occorre bonificarli aspirando il contenuto di stive, cisterne e serbatoi. Si tratta però di un’operazione costosa, che non tutti i paesi si possono permettere: nel 2001, svuotare i serbatoi della Jacon Luckenbach, affondata nel 1953 al largo di San Francisco è costato al governo americano 15 milioni di euro.

Secondo i ricercatori il prossimo relitto da disinnescare sarà la Coimbra, una petroliera inglese silurata nel 1944 da un Uboot tedesco al largo di New York mentre trasportava oltre 11.000 tonnellate di lubrificanti che da anni stanno inquinando le acque di Long Island. Per questo motivo la NOAA (National Oceanic Atmospheric Administration), insieme ad altre organizzazioni governative e non, è riuscita ad ottenere dal Congresso Americano 1 milione di dollari per finanziare un progetto che studi in maniera organica la problematica e le possibilità di intervento. Le questioni più calde sono comunque più di tipo economico che tecnico: nel 1999 Etikin aveva stimato tra i 2.300 e i 17.000 dollari per tonnellata il costo della bonifica, a seconda della profondità.

fonte: Focus.it

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