Al Sud molto scarsa la qualità occupazionale

La miccia del conflitto sociale, generato da irregolarità lavorativa (soprattutto immigrata) e scadente qualità della vita, è innescata da tempo, al Sud. E, in un contesto italiano nel quale dal 2004 (quando si esaurì il traino della maxisanatoria, legge 189/2002) al 2009 il sommerso è cresciuto progressivamente (+5,5%), non è difficile intuire che l'ultimo biennio di crisi abbia favorito un ulteriore ricorso illegale alla manodopera nel terziario, nell'agricoltura e nell'edilizia.
A metterlo in risalto è una ricerca di Ires Cgil, in collaborazione con i dipartimenti Mezzogiorno e Immigrazione del sindacato di corso d'Italia, insieme a Flai e Fillea.

Elaborando i dati Istat e Inail, sono 15, tutte collocate nella zona centro-meridionale, le province con il «peggior indice di qualità dello sviluppo occupazionale»: in testa
- Crotone,
- Caserta e Reggio Calabria,
- Napoli,
- Caltanissetta,
- Foggia,
- Siracusa,
- Agrigento,
- Catania,
- Trapani,
- Vibo Valentia,
- Lecce,
- Palermo,
- Salerno
- Frosinone.

L'indagine si è focalizzata su quattro aree ad alto rischio, partendo dal presupposto che la rivolta degli stranieri alloggiati in condizioni disumane, impegnati nella raccolta degli agrumi a Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro, nel gennaio 2010, non possa essere considerata isolata e, perciò, non ripetibile. Il viaggio inizia dal Casertano, dove il tasso di attività della popolazione fra 15 e 64 anni è del 43,3% (quello nazionale è superiore di 20 punti) e il comune dove è massiccia la presenza extracomunitaria è Castel Volturno, con 2.521 residenti e un numero imprecisato di persone senza permesso di soggiorno; il lavoro nei campi ne coinvolge moltissimi, e se in un'impresa di medie dimensioni il «caporale» assegna una paga giornaliera di 30-35 euro, in una piccola non si superano i 25. Peggiore è la zona della Capitanata (Foggia), dove il reddito pro capite è di circa 12 mila 700 euro (la media del nostro paese supera i 17 mila) e si stima un esercito di circa 10 mila irregolari, che vivono alla giornata. E, se l'esperienza della Piana di Gioia Tauro è nota grazie ai fatti di Rosarno, l'ultima tappa è Cassibile, nel Siracusano, dove in gran quantità si sono insediati i marocchini, per un totale di 4 mila stranieri. Complici gli scarsi controlli, segnala l'Ires Cgil, l'impiego a basso costo di braccianti clandestini è «una condizione largamente diffusa».

fonte: Yahoo! Finanza

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