Finanziamenti ai partiti: Italia e Paesi europei a confronto

Il finanziamento pubblico rappresenta, assieme alle quote di iscrizione e alle raccolte fondi, il mezzo principale con cui i partiti italiani reperiscono le risorse utili a sostenere la propria attività. Nel nostro Paese i fondi erogati alle forze politiche durante il 2010 hanno raggiunto complessivamente quota 289,8 milioni (4,53 euro per abitante), mentre nel 2011 sono scesi lievemente sino a 189,2 milioni (2,97 euro a testa). In Francia, per le elezioni legislative e presidenziali del 2007, sono stati spesi 160,3 milioni, cioè 2,46 euro per abitante. In Germania il totale dei contributi destinati ai partiti è ben più consistente, in quanto a fine 2011 si attesterà a 461 milioni. La Spagna, nel corso del 2010, ha destinato 131 milioni di euro alle formazioni elette a Camera e Senato, cui vanno aggiunti i 7.361.116 euro destinati ai differenti gruppi parlamentari. Nel Regno Unito gli aiuti in denaro da parte dello Stato costituiscono una quota fissa annuale di 7,8 milioni di sterline, ovvero 9 milioni di euro circa e riguardano soltanto le forze di opposizione. Se si fa eccezione per la Germania, dove comunque è presente un sistema di finanziamento che coinvolge anche le fondazioni culturali, l'Italia è quindi il Paese dove i rimborsi elettorali sono più elevati.

Il meccanismo dei finanziamenti, a prescindere dalle cifre, è differente in ogni Paese. In Italia vige il sistema dei rimborsi elettorali. Tuttavia le quote non sono calibrate in base ai costi sostenuti dai partiti, ma vengono ripartite percentualmente a seconda dei seggi conquistati. I pagamenti sono suddivisi in quattro fondi per Camera, Senato, Parlamento europeo ed elezioni regionali. Una volta superata la soglia dell'1%, la formazione politica usufruisce di 1 euro per ogni iscritto alle liste elettorali per la Camera dei Deputati. Il tetto massimo relativo a ciascun candidato è di 52mila euro, cui bisogna aggiungere 0,01 euro per ogni cittadino residente nella circoscrizione. Per i partiti, invece, il limite al finanziamento è dato dal numero di iscritti alle liste elettorali di Camera e Senato in tutte le circoscrizioni in cui la formazione si presenta. L'importo viene erogato in tranche annuali durante il corso della legislatura. Per effetto della legge 51 del 2006, i rimborsi relativi alle elezioni politiche sono dovuti per tutti e cinque gli anni del mandato, indipendentemente dalla sua durata effettiva.

In Francia un partito ha accesso ai finanziamenti pubblici quando raggiunge l'1% dei consensi presentandosi in almeno 50 circoscrizioni alle elezioni politiche. Ogni formazione usufruisce di un sussidio annuale che viene fissato dalla legge nella cifra orientativa di 80,2 milioni di euro. Questa somma è, però, soggetta a variazioni: nel 2010, per esempio, è scesa a quota 74,8 milioni di euro. Ogni candidato dispone poi di un limite di spesa massimo di 38mila euro, cui vanno aggiunti 0,15 centesimi corrispondenti a ogni elettore della circoscrizione. Nel complesso il rimborso delle spese elettorali copre esclusivamente i candidati che abbiano raggiunto almeno il 5% delle preferenze.

In Germania i finanziamenti sono proporzionali ai consensi ottenuti dalle varie forze politiche, ma non possono superare i 133 milioni di euro l'anno. I fondi sono destinati alle formazioni che abbiano raggiunto lo 0,5% delle preferenze al Bundestag e l'1% delle elezioni dei Lander. Ogni formazione riceve 0,85 euro per ciascun voto valido (cifra che si abbassa a 0,70 euro dopo i 4 milioni di voti). Oltre a questi stanziamenti, i partiti dispongono anche delle sovvenzioni dirette alle proprie fondazioni culturali: nel 2011 la cifra stabilita si attesta sui 328 milioni di euro.

In Spagna i sussidi vengono approvati se un partito conquista almeno un seggio in Parlamento. Lo stanziamento annuale deliberato dallo Stato viene assegnato per 2/3 in ragione dei voti totalizzati e per 1/3 in funzione dei seggi ottenuti al Congresso. Sono previsti i rimborsi elettorali, che però vengono erogati in maniera differente ogni anno in base ai rappresentanti di ciascuna forza politica al Congresso dei deputati e al Senato. I vari gruppi parlamentari godono poi di sovvenzioni garantite dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione (2.200.000 euro nel 2010) e dal dicastero della Cultura (5.736.116).

Nel Regno Unito gli aiuti in denaro riguardano esclusivamente i partiti di opposizione, in modo da compensare i vantaggi che la maggioranza trae dal fatto di essere al governo. Le minoranze parlamentari dispongono quindi di contributi per lo svolgimento dell'attività parlamentare (6,5 milioni di sterline), di rimborsi per le spese determinate da viaggi istituzionali (165mila sterline), di una dotazione assegnata agli uffici dei capigruppo (700mila sterline) e di una cifra destinata alle formazioni presenti nella House of Lords (589mila sterline). La forma più consistente di finanziamento ai partiti è però garantita dai privati, cioè persone fisiche e società che versano un contributo a titolo di donazione. Queste somme vengono rese pubbliche annualmente attraverso un registro controllato dalla Electoral Commision e, generalmente, sono assai cospicue: nel 2010 hanno raggiunto i  26,3 milioni di sterline.

fonte | Yahoo! Finanza

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