I possibili scenari per il dopo Berlusconi

Mentre si rincorrono le voci sul possibile passo indietro di Silvio Berlusconi, con le smentite che lo stesso premier ha provveduto a far recapitare a chi tra i personaggi a lui vicino lo vedeva già al Colle a rimettere il mandato nelle mani di Napolitano, nei corridoi di Montecitorio, e non solo, si ragiona su quali saranno le evoluzioni che fin da domani, dopo il voto sul Rendiconto generale dello Stato, potrebbero portare alla formazione di un nuovo esecutivo. Escludendo un Berlusconi bis, strada che al momento non sembra più percorribile, gli scenari per il post Cavaliere sono sostanzialmente quattro.

L'ipotesi di un governo tecnico è fra quelle più gettonate nell'opposizione. Guidato da una personalità autorevole e rispettata in Europa, senza legami partitici, garantirebbe la possibilità di proseguire la legislatura, almeno per approvare i provvedimenti considerati più importanti: le misure richieste dall'Europa per rilanciare l'economia e la nuova legge elettorale. Alla base dovrebbe però esserci una coesione fra tutte le forze dell'opposizione (quasi una mission impossible) e il benestare di una parte cospicua della rappresentanza parlamentare del Pdl, di certo più grande dell'attuale pattuglia dei malpancisti. Ci si potrebbe arrivare con la mozione di sfiducia, su cui le opposizioni stanno ragionando in queste ore, da presentare dopo l'approvazione del rendiconto.

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