Una riga buttata lì, nei meandri di una manovra imponente, salva il doppio stipendio dei ministri. C’è da salvare l’Italia, ci spiega il governo dei professori, e dunque sacrifici per tutti. Già, per tutti ma non per loro che, con un gioco di prestigio degno del mago Silvan, riescono a far passare una norma ad hoc che li esenta da ogni rinuncia. E’ il comma 3 dell’articolo 23 ter del Salva Italia che introduce la possibilità di “deroghe motivate” per le posizioni apicali delle amministrazioni”. Tradotto in italiano significa che con una bella deroga potranno mantenere il doppio stipendio di ministri e funzionari pubblici. E non parliamo di pochi spiccioli ma di stipendi ben più alti di quelli dei parlamentari. Com’è noto, la cosa riguarda mezzo governo. Giusto per citare qualche nome: il sottosegretario Catricalà, il Ministro Clini, il collega Patroni Griffi, il viceministro Vittorio Grilli e altri. Ma sì dai, tanto chi volete che se ne accorga.
fonte | violapost.wordpress.com
Nella manovra un piccolo comma per salvare lo stipendio dei ministri
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