Campioni fuorilegge fermi allo 0,6%; stabili i contaminati da un solo
residuo (18,3%), mentre calano di circa un punto percentuale i campioni
contaminati da più residui contemporaneamente, portandosi al 17,1%
(18,5% nel 2011). Il risultato complessivo di “Pesticidi nel Piatto
2012″, il rapporto annuale di Legambiente sui residui di fitofarmaci nei
prodotti ortofrutticoli e derivati commercializzati in Italia
(elaborato sulla base dei dati ufficiali forniti da Arpa, ASL e uffici
pubblici regionali competenti), ad una prima lettura, offre un quadro
solo apparentemente “rassicurante”, in linea con il trend degli ultimi
anni che vede diminuire, seppur lentamente, l’uso delle molecole
chimiche per la produzione agroalimentare. Purtroppo però, insieme
all’aumento in percentuale dei campioni in regola, aumenta anche – in
molti casi – il numero delle diverse sostanze chimiche presenti
contemporaneamente su uno stesso campione, per il quale le analisi di
ogni molecola presa singolarmente hanno stabilito la regolarità.
Se la normativa vigente ha portato ad un maggiore
controllo delle sostanze attive impiegate nella produzione dei
formulati e l’armonizzazione europea dei limiti massimi di residuo
consentito (LMR) negli alimenti, intervenuta nel 2008, ha rappresentato
un importante passo in avanti, manca ancora una regolamentazione
specifica rispetto al simultaneo impiego di più principi attivi, come
pure sulla rintracciabilità di più residui in un singolo prodotto
alimentare. La legge quindi, non si esprime ancora rispetto al
cosiddetto multiresiduo, cioè, al quantitativo di residui diversi che si
possono ritrovare negli alimenti mentre la definizione stessa dei
limiti di massimo residuo (LMR) continua a basarsi sui singoli residui.
“Una
lettura più attenta dei risultati delle analisi condotte dai laboratori
regionali ed elaborati da Legambiente in questo studio – ha dichiarato
il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – mostra
una situazione tutt’altro che rassicurante, con numerosi casi di
prodotti ortofrutticoli e derivati contaminati da 7, 8 e addirittura 9
principi attivi differenti, in un composto che nessuno ha mai studiato e
analizzato e che potenzialmente potrebbe essere molto dannoso per la
salute dei consumatori e per l’ambiente”.
Sul tema del
multi-residuo è intervenuto anche il Sen. Francesco Ferrante che ha
proposto in merito un disegno di legge depositato in Senato ormai tre
anni fa: “Che la questione del multiresiduo non sia più rinviabile lo
confermano proprio i dati del rapporto annuale di Legambiente. Ora sta
al Governo recepire questo campanello d’allarme prevedendo le dovute
contromisure nel Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei
prodotti fitosanitari, che è in via di definizione e che ad oggi non
contempla il riferimento al multiresiduo.”
Qualche inquitante
perplessità, infatti, viene suscitata dai risultati delle analisi
condotte dai laboratori più attenti e puntuali, come per esempio, quello
della Provincia di Bolzano, che ha rilevato fino a 8 diverse sostanze
chimiche in due campioni di vino (contaminato comunque dal multi residuo
nel 60% dei casi), e addirittura 9 diverse molecole in 3 campioni di
uva. Pesante anche la situazione del frutto “sano” per antonomasia: la
mela, contaminata da più residui nell’65% dei casi (anche con 4 e 6
diverse sostanze contemporaneamente).
Anche nelle analisi
realizzate dai laboratori del Friuli Venezia Giulia troviamo le mele
(nell’83,3% dei casi) e il vino (96%) tra i prodotti maggiormente
contaminati da multiresiduo. Casi analoghi risultano poi, nei dati
forniti dai laboratori piemontesi dove in un campione di arance sono
stati rintracciati fino a 5 residui chimici, 4 in un campione di
finocchi e 6 in uno di fragole e uno di uva.
Numerose invece le
irregolarità vere e proprie registrate dai laboratori dell’Emilia
Romagna, che ha condotto numerose analisi su tantissimi prodotti dei
quali però non è stata fornita la provenienza (italiana o estera),
relative a pere, pesche, fragole, ciliegie, prugne, susine e melagrane,
mentre più di 5 sostanze diverse sono state riscontrate in campioni di
albicocche e ciliegie.
Nei risultati delle analisi condotte dal
Veneto si evidenzia invece la presenza di sostanze chimiche ormai
fuorilegge perché non più autorizzate, in un campione di insalata, nelle
fragole e nei pisellini primavera. Dati puntuali sono stati forniti
anche dai laboratori calabresi che hanno riscontrato la presenza di
sostanze chimiche fuorilegge per limiti superiori al consentito in un
campione di peperoncino e in uno di pesche.
Tra le sostanze
maggiormente rinvenute troviamo il clorpirifos, un insetticida
riconosciuto da numerosi studi scientifici come interferente endocrino
con spiccata attività neurotossica, il captano, fungicida riconosciuto
dall’EPA come possibile cancerogeno e il fosmet, un insetticida
fosforganico dal notevole impatto ambientale e particolare tossicità
riscontrata a danno delle api.
www.greenews.info
Pesticidi nel Piatto 2012: l'allarme di Legambiente per gli effetti sulla salute
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