Aulin tossico. Ma in Italia si vende ancora

Ritirato dal commercio in mezza Europa, il principio attivo dell'aulin, la nimesulide, comporta gravissime disfunzioni epatiche. In Italia se ne consuma ancora il 60% della produzione mondiale.

Una notizia appurata e confermata da anni. Il suo principio attivo, la nimesulide è colpevole di molti effetti collaterali, talvolta di gravissima entità, ai danni del fegato.

In 16 paesi europei, è stato ritirato dal commercio, a causa della sua pericolosità. I primi a decidere di non commercializzarlo più furono Spagna e Finlandia, nel 2002. Nel 2007 l'Irlanda ha seguito l'esempio, dopo che sei individui, conseguentemente l'utilizzo del medicinale, dovettero essere sottoposti ad un trapianto epatico.

Impossibile da reperire anche negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Canada e Germania, resta in Italia ancora l'antidolorifico più comune e diffuso.
Il nostro Paese, infatti, consuma circa il 60% della produzione mondiale di nimesulide, nonostante le polemiche al riguardo si siano sprecate.

Nel 2008, il pm Raffaele Guariniello portò alla luce un sistema illecito di passaggio di tangenti a scapito della salute dei cittadini. L'inchiesta, partita nel 2005, nasceva dai sospetti che alcuni test e sperimentazioni condotte sui farmaci generici fossero state truccate.
Tra le documentazioni inserite negli atti in mano al giudice vi fu anche un filmato che ritraeva alcuni funzionari dell'AIFA (Agenzia Italiana del Famarco) che intascavano mazzette col fine di evitare controlli sull'Aulin. A seguito dell'indagine i due funzionari Pasqualino Rossi ed Emanuela Bove furono arrestati.

Nel 2010, seguitamente numerosi casi di effetti collaterali al fegato e all'apparto gastroenterico ai danni di pazienti, la Commissione Europea raccomandò ai paesi dell'Unione di “evitare ogni possibilità di uso cronico della nimesulide.”

www.articolotre.com

Nessun commento:

 
Copyright © 2016. sottovoce.360.
Design by Herdiansyah Hamzah. & Distributed by Free Blogger Templates
Creative Commons License