SonyLeaks, la NSA sapeva tutto?

Nuove notizie arrivano circa il recente cyber attacco realizzato ai danni della Sony Pictures come forma di protesta contro il film 'The Interview' in cui il leader nord-coreano Kim Jong-un viene assassinato. Il prestigioso New York Times informa che la NSA avrebbe una propria spia nella rete di comunicazione della Corea del Nord che contribuì ad allertare gli americani di un possible attacco Spear-phishing già nel mese di settembre del 2014.

La NSA avrebbe potuto avvisare Sony?

Secondo due ufficiali americani (la cui identità è stata nascosta) intervistati dal quotidiano statunitense e che filtrarono informazioni al tedesco Der Spiegel, la NSA avrebbe avuto dati sufficienti che attestavano la presenza di molte reti di hacking in Corea del Nord già nel 2010.

Ciò nonostante, l'Agenzia per la Sicurezza Nazionale non fu in grado di prevedere l'attacco contro Sony e quidi fu impossibile una qualsiasi contromossa di prevenzione.

A caccia di una giustificazione

Il dubbio è grande... Se la NSA stava intercettando comunicazioni di pirati informatici coreani da quattro anni, è molto strano che il progetto e la pianificazione di un attacco così importante sia riuscito a restare invisibile fino alla fine. Ma allora perchè non avvisare Sony Pictures?

Se allarghiamo il nostro punto di vista oltre la sicurezza nazionale degli USA è lecito domandarsi se questo silenzio sia stato provocato dalla necessità di coprire altri attacchi contro entità statali o nazionali. In parole povere: farsi passare per inetti per giustificare altri errori di prevenzione, una specie di: "Se hanno attaccato Sony è possibile che attacchino anche noi...", magari per rubacchiare qualche milione di dollari in più dal Congresso.

L'attacco a Sony Pictures, lo ricordiamo, avvenne grazie ad uno schema Spear-phishing (ovvero diretto a persone concrete) che aprí accesso all'account di un dirigente Sony e da qui a tutta la rete interna della compagnia.

Non tutto è chiaro

Se molti giornali danno per scontato che la NSA sapesse davvero tutto, va detto che un altro elemento chiave fu la velocità con cui la Casa Bianca attaccó la Corea del Nord incolpandola di quanto accaduto: avevano la certezza delle loro accuse grazie, evidentemente, a prove più che convincenti.

Esiste però un dubbio finora rimasto tale: i pirati richiesero in prima istanza il pagamento di un riscatto, senza mai citare ufficialmente il film 'The Interview'.

Sony fu attaccata dal team di hacker GOP

E il fotomontaggio con la testa del CEO di Sony, Michael Lynton, lasciava intendere la volontà di un attacco molto personale, diretto a tutta Sony, considerando poi il furto di dati relativi ad artisti, attori e registi della compagnia.

Il punto quindi è un altro: è possible che NSA non abbia detto nulla semplicemente perchè iniziò per prima a spiare i coreani che, come rappresaglia, colpirono una delle multinazionali di maggior prestigio in territorio americano.

Quando qualcuno commette un errore, fa di tutto per tenerlo occulto, soprattutto quando nella vendetta sono palesi le responsabilità di causa.

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