L'opinione pubblica è da sempre convinta che le malattie rare fossero patologie sulle quali l'industria farmaceutica facesse pochi affari per la ridotta produzione e vendita di farmaci nel settore.
Proprio però da una ricerca apparsa in Svizzera domenica scorsa arriva una smentita categorica che rivela un giro d'affari inaspettato per le multinazionali che si occupano del settore: la sola Novartis, infatti, risulta essere il principale beneficiario della vendita di medicinali per le malattie rare a livello mondiale con 11,3 miliardi di franchi di fatturato.
Alla luce di tali dati, il governo confederale elvetico ha al vaglio una disciplina al fine di concedere al settore farmaceutico degli incentivi affinché porti avanti la ricerca sulle malattie meno conosciute. Incentivi concretizzati in una protezione dalla concorrenza sul mercato svizzero per un periodo di almeno 12 anni.
Sempre al di là delle Alpi, alcune associazioni si sono opposte a queste forme di protezionismo mettendo in guardia sulle conseguenze di queste decisioni visto che si è assistito a un'esplosione dei costi delle terapie basate su questo tipo di farmaci.
Un dato importante che emerge, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è che almeno in altri paesi la politica e le istituzioni portino avanti battaglie contro le patologie rare, mentre in Italia non esiste una seria e approfondita discussione e gli ammalati sono relegati a subire un isolamento che gli esclude dalle cure che meritano, con una ricerca costretta a fare ormai il "fai da te".
Sportello dei Diritti
Il business delle cause farmaceutiche sulle malattie rare
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