Cannabis per curare dolore e stress

Un centinaio i pazienti trattati con i nuovi farmaci che ora si possono acquistare anche in farmacia

di Francesca Gori
Grace e Matthew coltivavano marijuana per pagare i debiti lasciati da un marito suicida. Che aveva anche un’amante. Grace era una donna di mezz’età che ha scoperto l’erba e i suoi effetti solo perché il suo giardiniere la coltivava per fumarla. Ma di donne di mezz’età (e uomini), di anziani ma anche giovani che fanno uso di cannabinoidi non c’è solo la Grace del film. A Grosseto sono una quarantina, almeno, quelli che si servono alla farmacia San Giuseppe. Un’altra sessantina sono invece seguiti dall’ospedale. Persone che assumono regolarmente cannabis ma a scopo terapeutico, che acquistano tisane o olio per alleviare i dolori o cercare di far sparire l’ansia e lo stress, o prendere sonno meglio. Pazienti oncologici, pazienti che convivono con malattie terribili come la sclerosi multipla o l’Hiv.
Non è uno scherzo, ma il frutto di ricerche e studi scientifici che hanno convinto un giovane farmacista di Grosseto, Edoardo Alfinito, a cominciare un lavoro di sensibilizzazione nei confronti dei suoi tanti clienti per l’uso terapeutico della cannabis. Alfinito ha 27 anni e una tesi di laurea su questo argomento. E alla farmacia San Giuseppe, i prodotti a base di cannabis si possono acquistare, ovviamente dietro prescrizione medica. Perché di questo si tratta, di farmaci che servono soprattutto ad alleviare il dolore e che hanno anche altri effetti benefici. «Ma la strada - spiega Alfinito - è ancora lunga perché ci troviamo a lottare su due fronti: quello di alcuni medici che sono ancora restii a questo tipo di prescrizione e quello delle aziende farmaceutiche che non producono questo tipo di farmaci. Fronti che però si stanno aprendo grazie alla lungimiranza di dottori e ricercatori che stanno scoprendo questa alternativa ai farmaci tradizionali».
Alla farmacia San Giuseppe, il dottor Alfinito gestisce anche un info point per dare spiegazioni ai clienti. Un’attività che va di pari passo con l’orario di apertura della farmacia e che serve proprio a capire il meccanismo che sta alla base di questo nuovo metodo di cura.
E che si trova anche sulla pagina facebook della farmacia. «I dosaggi del principio attivo sono bassi - dice - non hanno niente a che vedere con quelli che si trovano nella marijuana che viene acquistata dagli spacciatori e fumata, anche se in Italia, purtroppo, siamo costretti a importare soltanto i farmaci prodotti da un’azienda olandese e il più comune ha una quantità di principio attivo maggiore rispetto ad altri che si trovano in commercio all’estero». Questo significa che l’effetto che può avere su ogni singolo paziente varia a seconda della malattia da curare o della sensibilità personale. «Ma è anche vero che oltre che essere efficace per lenire il dolore - dice ancora - in alcuni pazienti, come quelli oncologici, aumenta il tono dell’umore e favorisce la socialità». Non è come farsi una canna, quindi. La terapia con cannabinoidi utilizza dosaggi più bassi e non si arriva quasi mai all’effetto psicotropo. «Ma anche nel caso in cui si arrivasse a questo tipo di effetto - spiega il farmacista - lo si deve imparare a conoscere e modulare. E sicuramente in questi prodotti non ci sono gli additivi che vengono aggiunti nella marijuana venduta al mercato nero».
Una scelta, quella dei pazienti che hanno deciso di curarsi con la cannabis, che segue più i dettami della fitoterapia che quelli della medicina tradizionale. Anche se i paletti non sono pochi. «Si tratta sempre di medicinali - aggiunge Alfinito - che devono essere prescritti. Il medico deve far firmare il consenso informato ai pazienti e deve anche specificare che quel tipo di farmaco non è in commercio». E per essere prescritti, questi farmaci, il medico deve conoscere un minimo di letteratura scientifica che sostenga l’utilizzo per la patologia diagnosticata.
La Regione ha sdoganato la vendita di preparati a base di cannabis già da anni. Dal 1998 si possono vendere ed utilizzare dietro ricetta medica. E' la Regione infatti che individua le patologie per le quali possono essere prescritti farmaci a base di cannabinoidi e traccia le linee guida all’interno delle quali possono agire gli specialisti e i medici prescrittori. In sintesi, questi farmaci vengono prescritti a carico del Sistema sanitario regionale (quindi gratis per il paziente), prevalentemente per la cura del dolore, solo in presenza di determinate patologie e dopo una valutazione del paziente effettuata dagli specialisti. In altri casi previsti dalla normativa, possono essere anche prescritti a carico del paziente (su ricetta bianca non ripetibile), a discrezione del medico, per patologie per le quali non c’è l’indicazione terapeutica all’uso di cannabinoidi, ma esistono dati documentabili in letteratura scientifica sul loro effetto.
Ad oggi, queste sono le condizioni dettate dalla normativa regionale e nazionale, cui le strutture sanitarie pubbliche della Toscana e i medici del Sistema sanitario regionale devono attenersi. Nella Asl9, i farmaci a base di cannabinoidi sono prescritti - a carico del Sistema sanitario - al Centro di Leniterapia dell’ospedale Misericordia di Grosseto e nei Centri per la terapia del dolore presenti in ogni struttura ospedaliera aziendale, cui i pazienti possono rivolgersi per informazioni.

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