I misteri di Dante

Il termine “Prima Gente” evoca quella mitica civiltà che popolò la terra 12 mila anni fa; un termine che spesso si incontra nelle cronache del mistero o nei resoconti degli studiosi, ma che non ci sogneremmo mai di trovare in uno dei classici della letteratura italiana, la Divina Commedia.

Il lettore più smaliziato potrà parlare di licenza poetica o di fantasia dell’autore, ma se stuzzicati da quello che potrebbe essere un sospetto forse infondato andassimo a scavare più a fondo sia nell’opera che nella vita del sommo Dante Alighieri ci troveremmo a doverci districare tra molti strani misteri.

Nella parte dell’opera dedicata al Purgatorio, esiste una chiara descrizione della Croce del Sud, la Costellazione composta da 4 Stelle posizionate in maniera tale da ricordare un’enorme croce; ma come fece il Sommo a descrivere la Croce del Sud se la stessa è visibile soltanto dall’emisfero australe della terra?

Queste le terzine incriminate:

Io mi volsi a man destra e posi mente
All’altro polo, e vidi quattro stelle
Non viste mai fuor che alla Prima Gente
Goder pareva il ciel di lor fiammelle:
o settentrional vedovo sito
poi che privato sé di veder quelle

Esaminiamo la questione da un punto di vista cronologico: la Divina Commedia (inizialmente soltanto Commedia, l’appellativo Divina gli venne dato in seguito da Boccaccio), venne composta tra il 1307 ed il 1318, dall’altro lato, le prime informazioni fornite da Alvise Cadamosto in merito alla Croce del Sud risalgono al 1455, qualche anno più tardi la descrisse Amerigo Vespucci, prese il suo nome da Andrea Corsali nel 1517 e venne registrata ufficialmente come cometa soltanto nel 1679.

Altro discorso riguarda invece la menzione della Prima Gente, menzione che, secondo alcuni, non si riferirebbe a nessuna antica civiltà, ma soltanto ad Adamo ed Eva; anche se ciò corrispondesse al vero ci troveremmo ugualmente di fronte ad un ennesimo caso misterioso; se, infatti, è vero che l’Eden abitato da Adamo viene collocato geograficamente nella valle dell’Eufrate, dalla quale era impossibile vedere la Croce del Sud, è anche vero che le Sacre Scritture pongono (secondo gli interpreti medioevali) i progenitori dell’umanità in un periodo stimato a quattromila anni circa; ebbene, proprio in quell’epoca, a causa del moto di precessione degli equinozi, la Croce del Sud era visibile sia dalla Mesopotamia che da alcune regioni dell’Europa Meridionale.

Se quindi Dante non poteva materialmente vedere ciò che però esattamente descrisse, quali furono le sue fonti?

Sappiamo per certo che Dante, pur viaggiando molto, non si spinse mai verso quelle regioni dalle quali gli sarebbe stato possibile vedere la Croce del Sud (il corso superiore del Nilo e le coste meridionali del Mar Rosso), ed anche ammettendo che egli abbia raccolto la testimonianza di un qualche viaggiatore in merito alla Croce del Sud, questo non spiegherebbe comunque come possa aver “intuito” che in un lontano passato questa Costellazione fosse visibile anche al di sopra dell’Equatore!

Unendo il misterioso riferimento alla Prima Gente e questa sua strana, impossibile, conoscenza, potremmo dedurre che anche Dante, come Colombo ed altri ancora, sia venuto in contatto con quelle “Mappe Impossibili” e che da esse abbia attinto; ci riferiamo a documenti quali il globo di Caissar Ben Abucassan, del 1200, che ricostruiva la volta del Cielo con la Croce del Sud perfettamente visibile, oppure a quel planetario del 1279 di origine araba ed ancora oggi custodito che rappresentava le stesse scene.

Il mistero rimane ancora aperto.

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