Obiettivo: Tunguska!

Poco dopo l'alba del 30 giugno 1908 qualcosa proveniente dallo spazio colpì la Siberia L'esplosione, registrata dai sismografi perfino negli Stati Uniti e in Europa, fu una delle più forti mai avvenute. Per settimane polvere e detriti sollevati dalla gigantesca conflagrazione colorarono i cieli e i tramonti da una parte all'altra del globo. Al momento dell’impatto le calamite impazzirono in tutto il mondo, e numerosi cavalli barcollarono e stramazzarono al suolo in città lontane migliaia di chilometri.

La zona direttamente interessata, quella del bacino del fiume Tunguska, fu devastata su larga scala. Ettari di tundra si coprirono all'istante di vapore. Gli alberi furono abbattuti nel raggio di quaranta chilometri, e rami e cortecce si staccarono dai tronchi. La foresta s’incendiò. Mandrie di animali e alcuni insediamenti umani furono divorati dalle fiamme. I Tungusi che tornarono sui luoghi del disastro "trovarono soltanto cadaveri carbonizzati". Quella notte nell'intera Europa non scese il buio. A Londra era possibile leggere il giornale a mezzanotte senza bisogno d'illuminazione artificiale; in Olanda si potevano scattare fotografie di navi che veleggiavano nello Zuider Zee.

A causa della lontananza della Tunguska, il primo ricercatore scientifico arrivò sul teatro della tragedia soltanto nel 1927, quando il dottor Leonid A. Kulik, un esperto di meteoriti di Pietrogrado, vi giunse a capo di una spedizione. A sessant'anni di distanza, l'origine dell'immane esplosione della Tunguska è ancora oggetto di accese discussioni.

Si trattava di una cometa errante? Di una piccola massa di antimateria che colpì e forse attraversò la Terra? Oppure del generatore nucleare di una nave spaziale in avaria, che fece una deviazione per non colpire grandi centri abitati del nostro pianeta? Ciascuna teoria ha i suoi fautori e presenta i suoi problemi. Certi testimoni interrogati da Kulik, e in seguito da altri studiosi, riferirono di aver visto una palla di fuoco con una scia, una coda, il che potrebbe far pensare sia a una meteorite, sia a una cometa. Ma se l'oggetto abbattutosi sul bacino della Tunguska era una meteorite, che ne era stato del cratere e, cosa ancora più importante, del meteorite stesso? Né l'uno né l'altro furono trovati. E, se si trattava di una cometa, perché non era stata avvistata prima del suo arrivo? Inoltre, dato che le comete sono in prevalenza gassose, "palle di neve sporca", da dove provenne quell’immensa energia che fu sprigionata, e che fu stimata dell'ordine di 30 megatoni?

Gli esperti di fisica nucleare hanno da lungo tempo profetizzato la presenza di ciò che chiamano antimateria, ovvero immagini speculari della comune materia, ma con carica negativa. Tuttavia l’antimateria, così come noi la conosciamo, ha una vita estremamente breve. Una piccola massa che venisse a contatto con la comune materia provocherebbe, in effetti, un improvviso e tremendo rilascio di energia. Ma l'ipotesi non regge, perché e impossibile che masse di antimateria vaghino in questa parte dell'universo.

L'evento della Tunguska "potrebbe" essere stato causato da una nave spaziale extraterrestre, ma anche in questo caso mancano prove decisive. Alcuni ricercatori sovietici hanno rilevato tracce anomale di radioattività nel luogo devastato, altri no. Inoltre, un eventuale veicolo spaziale avrebbe dovuto rimaner completamente disintegrato nell'esplosione, perché non furono mai trovati frammenti metallici insoliti.

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