Politica energetica ... la solita truffa dei potenti

La legislazione energetica internazionale è orchestrata in maniera tale per cui le popolazioni siano schiave degli interessi e delle scelte delle lobby industriali, che scelgono che energia dobbiamo usare, come dobbiamo procurarcela e quanto dobbiamo pagarla. Nel contesto attuale la liberalizzazione del mercato energetico è per la maggior parte degli individui solo un miraggio. Rari sono gli esempi di attuazione di una politica energetica alternativa, e sebbene il loro risultato sia strepitoso e sotto gli occhi di tutti, rimangono rilegati ai margini di limitate esperienze locali.

Le future forme di energia pulita, che magari useremo solo fra alcuni anni, sono state già inventate nei primi decenni del Novecento da scienziati come Nicola Tesla e Pierluigi Ighina. Perché non ancora le usiamo? La risposta è semplice e lampante.
Tali scoperte rappresentano vere e proprie rivoluzioni (energetiche ed economiche), che potrebbero risollevare le sorti nel nostro pianeta ma, al tempo stesso, far crollare tutto il business energetico delle più grandi multinazionali odierne, poiché permetterebbero alla gente di prodursi autonomamente energia e non doverla più comprare da nessuno. Sconcertante ma vero. Pertanto, lo scenario futuro sembra già chiaro e ben delineato. Un giorno, quando decideranno di non farci consumare più combustibili fossili, ci proporranno le nuove forme di energia, ma lo faranno secondo vecchi e consolidati schemi, in altre parole dovremo continuare a comprarla da loro.
Con le energie rinnovabili c’è un discorso analogo. Per capire chi decide cosa e per quale ragione lo faccia basta porsi semplici domande. Chi produce i componenti dei pannelli solari, delle pale eoliche, delle turbine che azionano le centrali idroelettriche? Chi costruisce le dighe, chi trasporta questi materiali da una parte all’altra del globo? Chi sta coltivando i cereali che produrranno la benzina del futuro, i cosiddetti ecocarburanti (etanolo da canna, etanolo da mais, il biodiesel, etanolo da cellulosa)? Dove si trovano e chi sono i proprietari e i finanziatori di queste coltivazioni?
La risposta a tali domande è una sola. A monte di tutte queste attività vi sono pochi gruppi di industriali, circoli politici e banche finanziatrici.
Gli esempi a supporto di tali affermazioni sono così tanti da non poter essere nemmeno contati e raccontati tutti, basta accendere il PC, collegarsi ad Internet e cominciare a trovare le informazioni giuste, quelle che non troviamo quasi mai in tutti gli altri mezzi di comunicazione di massa, ma non per l’inefficienza del personale e del sistema informativo (o forse solo in minor misura), ma per colpa di scelte politiche che condizionano e congestionano un normale e sano flusso informativo.
E poi, all’inizio del terzo millennio, è evidente per chiunque che chi controlla l’energia e l’informazione ha in mano il mondo intero.
L'uomo sembra essersi definitivamente allontanato da un ritmo di sincronia con il mondo naturale.Questo allontanamento da una vita maggiormente sincronica con i ritmi di vita della natura accade soprattutto a causa della logica e del comportamento perverso attuato dal mondo della produzione, e da quello economico e finaziario in generale. La cieca ricerca del profitto ad ogni costo da parte delle corporation, in contrapposizione persino con le leggi della natura, rendono il comportamento di queste immonde creazioni dell’uomo molto simile a quello di uno psicolabile, dotato di una logica non solo autolesionista, ma in definitiva autodistruttiva.
Il grave ostruzionismo nella ricerca di sani compromessi ambientali da parte di queste lobby economiche ci sta costringendo a vivere in un mondo sempre meno sano, nel quale il Dio denaro sembra aver già da un po’ scalzato ogni altro punto di riferimento, divenendo più importante dell’aria che respiriamo, dell’acqua che beviamo e delle risorse con le quali ci nutriamo e ci sostentiamo.
Il rapporto fra economia e ambiente a tratti sembra insanabile. Si tagliano foreste per denaro, non curanti delle ricadute che questi pratiche avranno sulle generazioni future , ma anche sui futuri cambiamenti climatici. E’ così con tutto ormai. L’aspetto più triste di queste vicende è l’apparente impossibilità di reagire efficacemente a questi comportamenti, e l’impossibilità di attuare, ma anche semplicemente intravedere, una via alternativa da percorrere. C’è da chiedersi se forse non sia solo colpa di questi gruppi di potenti ma piuttosto dell’ignoranza della gente, che, anche se insofferente, sembra essersi ipnoticamente rassegnata all’asservimento e allo sfruttamento.
Le nuove generazioni crescono con la consapevolezza di dover cambiare più di qualcosa, senza necessariamente aggrapparsi a vecchie e nuove ideologie, ma vivono nell’impotenza di svincolarsi da questi schemi. Il consumismo è divenuto un fenomeno ereditario, i nostri figli nasceranno con un DNA nel quale questi drammi e questi controsensi saranno già stati trasformati in svantaggi genetici.
L’uomo per natura deve evolversi ma l’inosservanza delle regole della natura ci portano verso una prossima e probabile involuzione.
Che i cambiamenti climatici siano reali o no, non importa, perché quello che sta accadendo è già sufficiente per fornirci quello shock addizionale di cui abbiamo bisogno per ricominciare a credere in un sano rapporto fra uomo e ambiente, dove l’economia, la politica e l’ecologismo si sentano unite e alla ricerca di un fine comune, quello del miglioramento della nostra vita, e non del miglioramento delle nostre capacità di consumare e desiderare.
La politica ha come obiettivo primario quello di provvedere al bene comune, ma non esiste bene più importante dell’ambiente in cui viviamo. Se continueremo a scegliere ed eleggere persone che non sapranno provvedere al nostro (e allo stesso tempo al loro) bene comune, siamo destinati a vivere in un mondo sempre più distaccato dalla realtà, dove la realtà è l’inevitabilità di poggiare le nostre vite su solide basi etiche, morali ed ambientali.
Qualcosa si sta muovendo, ma non mi piacerebbe dover constatare un giorno che tutto quello che è stato fatto è stato unicamente dettato dal nostro naturale istinto di sopravvivenza, perché quello di cui abbiamo bisogno è un progetto, quello realmente necessitiamo è un’evoluzione armonica, di una vera vita che solo un nuovo mondo può darci.

titolo originale: La truffa energetica globale
fonte: climatrix.blogspot.com

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