L'era del Signoraggio: il denaro che genera debito

E' la differenza tra i costi materiali di creazione della valuta e il suo valore nominale. La banca centrale la emette e lo Stato la paga. Con gli interessi. Così i cittadini hanno perso la sovranità monetaria.

Già la sola parola evoca losche manovre ad altissime sfere economico-politiche o distopie dal sapore orwelliano in cui poche eminenze grigie tramano contro i cittadini per favorire gli interessi di una casta innominabile e segreta.

Quella parola è 'signoraggio', un termine prettamente economico-monetario dal quale, secondo alcuni, scaturisce una costruzione interpretativa della storia recente di stampo 'cospirazionista', del tutto diversa da quelle ufficiali.

COS'E' IL SIGNORAGGIO? "Per signoraggio viene comunemente inteso l'insieme dei redditi derivanti dall'emissione di moneta - ci dice la Banca d'Italia -. Con riferimento all'euro il reddito da signoraggio generato dall'emissione della moneta è definito come reddito originato dagli attivi detenuti in contropartita delle banconote in circolazione". In altre parole, è la poco nota differenza tra il costo tipografico di stampa della carta-moneta (valore intrinseco) e il valore di facciata, ossia il valore numerico riportato sulla banconota stessa. Un gap di dimensione enorme, tutto a favore delle banche centrali che emettono moneta: il costo di un pezzo di carta, la filigrana e un po' di inchiostro, infatti, è nettamente inferiore al valore nominale che viene poi stampato. Basti considerare che la manifattura di una banconota da 100 euro costa circa 5-10 centesimi.

EMISSIONE E INDEBITAMENTO. Le banche centrali producono il danaro per cederlo alla collettività attraverso il sistema del credito. Oppure lo cedono allo Stato in cambio di titoli. Quindi si assiste al paradosso di uno Stato che si indebita all'atto dell'emissione della moneta perché ha delegato la titolarità dell'emissione stessa. I diritti da signoraggio vero e proprio non rappresentano una cifra enorme e molto spesso tornano allo Stato. Per il periodo 1996-2003, ad esempio, ammontavano a circa 5 miliardi di euro che però sono stati distribuiti sotto forma di dividendi agli azionisti (ci torneremo a breve) delle banche centrali.
Le banconote rappresentano tuttavia circa il 5 per cento del denaro generato dalle banche centrali: se si calcola anche il denaro scritturale, non contemplato in bilancio, la vera entità del reddito complessivo da signoraggio ammonta a circa 2mila miliardi di euro.

BANKITALIA DETIENE 60 MILIARDI DI TITOLI. Enorme è poi la cifra per la quale lo Stato si è indebitato con l'istituto centrale emettendo bond in cambio di moneta fresca. Al 31 dicembre 2008 i titoli di Stato rappresentano circa l'82 per cento del debito pubblico. A febbraio 2009 la Banca d'Italia deteneva quasi 60 miliardi in titoli di debito italiano (in pratica il reddito da signoraggio). Palazzo Koch anticipa allo Stato fino all'85 per cento del valore dei titoli e, acquistandoli, crea in sostanza base monetaria (danaro circolante).
Inoltre, la quantità di moneta emessa per comprare le obbligazioni viene iscritta tra i passivi di bilancio della Banca d'Italia, anche se di debito vero e proprio non si tratta. Lo Stato, infatti, dovrà riscattare prima o poi i titoli emessi (almeno quelli che nel frattempo la banca centrale non avrà piazzato sul mercato) e dunque la carta moneta ritornerà alla Banca d'Italia con la maggiorazione degli interessi.

TUTTO IN MANO AI PRIVATI. In condizioni normali, oltre agli interessi (tasso di sconto), ciò che viene pagato è il valore nominale (di facciata) e non le spese materiali di produzione delle banconote. Dunque quella banconota da 100 euro costerà al sistema, oppure allo Stato, più di 100 euro. Mentre chi l'ha prodotta avrà sborsato pochi centesimi. Il problema è che le banche centrali non sono istituzioni pubbliche e i soldi che incamerano non sono un bene del tutto collettivo. Si tratta bensì di enti privati il cui capitale appartiene di solito ai più grossi istituti di credito delle rispettive nazioni. La stessa Banca centrale europea è un soggetto meramente privato i cui azionisti sono gli istituti centrali dei Paesi aderenti all'euro e all'Ue.
La Banca d'Italia, nel caso specifico del nostro Paese, è sì un istituto di diritto pubblico, ma il suo capitale è in mano al sistema privato del credito (93 per cento), con i due colossi Intesa-San Paolo e Unicredit in testa alla lunga lista di azionisti. Il patrimonio netto di Palazzo Koch supera i 40 miliardi e quando qualche anno fa il ministro dell'Economia Tremonti pensò a un trasferimento delle quote allo Stato, quindi a una nazionalizzazione, le banche azioniste si opposero strenuamente.

UNA TRUFFA? Un'agguerrita corrente di pensiero definisce il "signoraggio" una grande truffa istituzionale, la fonte di una sorta di tassazione supplementare che impoverisce i cittadini e ingigantisce il debito statale. Battere moneta è un servizio che il sistema dovrebbe pagare allo Stato e non una prerogativa per la quale lo Stato ricompensa dei privati. In effetti, la forma giuridica della società per azioni - per giunta avente le banche come stakeholders - non è molto appropriata a un ente che dovrebbe garantire massima indipendenza e trasparenza nel controllo delle banche stesse e nell'erogazione del credito. Insomma, chi produce la moneta non dovrebbe dipendere da chi la usa, la presta o la spende. Per di più l'attuale crisi internazionale, che ha un'origine chiaramente creditizia, ha messo in cattiva luce banchieri e manager agli occhi dell'opinione pubblica, rafforzando teorie e correnti di pensiero che mettono nel mirino il presunto dispotismo mascherato dei poteri finanziari.
Proprio rispondendo a una domanda sulla crisi, lo scorso marzo è arrivata un'ammissione in qualche modo clamorosa da parte del ministro Tremonti: "Negli anni Novanta, devo dire democratici e repubblicani sono dentro insieme, inizia una moneta diversa da quella buona. Lo Stato, gli stati - spiega Tremonti - rinunciano alla sovranità monetaria e acconsentono che a fianco della moneta buona, quella sovrana, nasca una moneta privata, commerciale, parallela, fondata sul nulla".

fonte: www.nannimagazine.it

1 commento:

1gavino23456 ha detto...

liberta' ...liberta'...italia svegliati..tra un po' ci levano anche l'aria.....basta con il calcio, basta con "il grande fratello"...riprendiamoci la sovranita' statale perduta, anzi svenduta....

 
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