
Fa paura perché si diffonde velocemente. L'influenza A ha un’aggressività clinica simile alla consueta epidemia stagionale ma, a parità di pericolosità, colpisce più persone. Per adesso però, avvertono i massimi esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità, non è possibile fare previsioni: “Dire se il peggio sia passato o stia per arrivare – ha spiegato nei giorni scorsi il direttore dell'Oms, Margaret Chan, al meeting sull'influenza a Pechino – è molto difficile. Dobbiamo prepararci a qualsiasi eventualità: a un mutamento del virus o anche a una seconda o terza ondata, come avvenuto nelle precedenti pandemie”.
L’unica certezza che si ha in questo momento è che non bisogna abusare degli antivirali. Questi farmaci non devono essere somministrati alle persone sane che contraggano il virus A/H1N1 perché non è necessario. L’ha detto l’Oms nelle linee guida, frutto di un lavoro condotto da un panel internazionale di esperti che ha esaminato tutti gli studi disponibili sull’efficacia e la sicurezza di oseltamivir e zanamivir.
NON ABUSARE DEGLI ANTIVIRALI
“Bisogna chiarire che questa influenza ha una virulenza lieve – spiega il professor Giorgio Palù, ordinario di microbiologia e virologia all’università di Padova e presidente vicario della Società Europea di virologia – e pertanto gli antivirali vanno usati con estrema cautela. Lo dice l’Oms e lo ribadisce il ministero della Salute italiano. Nelle linee guida del nostro Paese è raccomandato un uso molto accorto di oseltamivir e zanamivir: i farmaci vanno somministrati solo nei casi gravi e, soprattutto, entro le 24 o 48 ore al massimo, per non ridurne l'efficacia”.
Il rischio è di assumere il farmaco inutilmente. Non si può rischiare che durante una pandemia si sviluppino casi di resistenza dovuti all’eccessiva somministrazione della molecola. E già nei mesi scorsi sono stati registrati casi di resistenza in Messico, dove c'è stato il primo focolaio e dove c'è stato un abuso di antivirali.
OMS: “SOLO I SOGGETTI A RISCHIO”
Proprio l’Oms nelle nuove linee guida sull’uso degli antivirali ribadisce: “Prima i soggetti a rischio: le donne incinte, gli anziani e i bambini sotto i cinque anni”. Il Tamiflu infatti, se correttamente prescritto, può ridurre in modo significativo il rischio di polmonite (una delle principali cause di morte di quest'influenza) e la pandemia di influenza stagionale oltre a ridurre la necessità di ricovero.
E così, una delle raccomandazioni è di somministrare il farmaco al più presto, anche senza attendere l’esito degli esami di laboratorio, i quei soggetti che possono avere complicazioni, cioè chi ha disturbi respiratori e cardiovascolari come, per esempio, le persone anziane.
Anche per i bambini vale lo stesso: sì al farmaco per chi ha meno di cinque anni con una forma influenzale molto aggressiva. No agli antivirali se il piccolo ha più di cinque anni ed è sano.
BASTA IL PARACETAMOLO
“La maggior parte dei pazienti colpiti dal virus presenta i tipici sintomi influenzali e spesso guarisce in una settimana al massimo, senza la necessità di assumere farmaci. Chi ha una forma blanda della malattia – aggiunge Palù – può curarla con antinfluenzali e antinfiammatori. Sarà il medico a capire quando è necessario ricorrere agli antivirali”. Lo ha detto anche nei giorni scorsi il quotidiano britannico The Guardian: in questa fase dell’influenza A bastava il paracetamolo, come per una qualsiasi altra sindrome influenzale.
Il governo britannico, ignorando i suggerimenti dei suoi stessi consulenti, invece ha incoraggiato la somministrazione dell'antivirale Tamiflu a chiunque avesse sintomi anche leggeri. Con il rischio di creare resistenza al farmaco.
I SINTOMI E IL TRATTAMENTO ALTERNATIVO
I sintomi dell'influenza A sono simili a quelli che caratterizzano le forme influenzali che circolano durante l’inverno: febbre sopra i 38 gradi, sonnolenza, malessere, perdita di appetito. A questi si possono associare anche raffreddore, mal di gola, nausea, vomito e diarrea.
“Da tenere d'occhio – si legge nelle linee guida dell’Oms – il respiro corto, a riposo o sotto sforzo, difficoltà respiratorie in generale, cianosi, espettorato di colore scuro, dolori al petto, pressione bassa, febbre alta (che dura da almeno tre giorni) e alterazioni dello stato mentale”.
Questi potrebbero indicare un peggioramento. Ad ogni modo è sempre importante avvertire il medico di famiglia. “Ma – aggiunge Palù – nella maggior parte dei casi bastano farmaci come il paracetamolo per la febbre, o l’ibuprofene (che ha proprietà analgesica, antinfiammatoria e antipiretica) per i dolori articolari e gola. Infine nei casi in cui si sospetta un’infezione batterica, sempre sotto prescrizione medica, si consiglia l’uso degli antibiotici”.
PREVENIRE CON IL VACCINO, GIÀ DA SETTEMBE
Per l’autunno dovrebbe esserci l’autorizzazione a diffondere il vaccino. Ma per l’ok definitivo dell’Emea (Agenzia europea per il farmaco) e dell’Aifa (Agenzia italiana per il farmaco) serve ancora tempo. “Il prodotto infatti deve essere opportunamente testato prima di essere distribuito. Pertanto – consiglia il professor Palù – può essere necessario, per le categorie a rischio (anziani sopra i 65, donne in gravidanza, bambini, personale sanitario e persone con patologie cardiocircolatorie e respiratorie croniche) concordare con il proprio medico l’anticipazione della vaccinazione per il virus stagionale. Invece di farla a ottobre-novembre, meglio farla a settembre”..
fonte: Kataweb Salute
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