Dopo 73 giorni di lavoro tra i ghiacci del Polo Nord, durante i quali sono stati percorsi a piedi 435 km e raccolti 6.000 dati, le proiezioni sul futuro della calotta polare sono alquanto allarmanti: entro 20 anni, durante l'estate, sarà totalmente libera di ghiacci. Ma già tra una decina di anni i ghiacci estivi saranno notevolmente ridotti. A tali conclusioni sono giunti i ricercatori del Catlin Arctic Survey, che in marzo hanno intrapreso l'avventura scientifica al Polo Nord.
"Lo spessore medio dei ghiacci che non hanno subito alcuna compressione è di 1,8 m, che corrisponde a quella che si forma durante una sola stagione invernale", ha spiegato Peter Wadhams, dell'Università di Cambridge e responsabile scientifico della spedizione. Secondo il ricercatore un ghiaccio di tale spessore, che sta a significare che si è formato nell'inverno precedente, è destinato a scomparire con il sopraggiungere dell'estate. Ecco perché una grande estensione di ghiaccio di "primo inverno" è un cattivo indice per la sopravvivenza della calotta polare. Solo dove i ghiacci sono compressi raggiungono uno spessore medio di 4,8 m, e quindi possono sopravvivere anche alle temperature estive, ma tale situazione la si trova sempre più raramente.
Se da un lato la perdita dei ghiacci polari incrementerà il traffico navale a nord del mondo, facendo risparmiare tempo e carburante alle navi-container, e scatenerà la ricerca petrolifera e di altri minerali preziosi, dall'altro accelererà il riscaldamento globale, poiché il mare trattiene molta più energia solare rispetto alla calotta ghiacciata. Ciò farà cambiare la circolazione oceanica e atmosferica con effetti sul clima globale ancora poco noti.
Dati che sostengono il quadro avanzato dal team di Wadhams, giungono dal NSIDC (National Snow and Ice Data Center) dell'Università del Colorado (Usa). Alla fine di settembre la riduzione dei ghiacci al Polo Nord, misurata attraverso i satelliti, segnava il terzo posto nella classifica degli anni peggiori per riduzione a partire dal 1979, anno d'inizio dei rilievi. Al primo posto c'è il 2007 e al secondo il 2008. A fine settembre di quest'anno, l'estensione dei ghiacci era di 5,36 milioni di km quadrati, circa 1,06 milioni in più rispetto al 2007, ma ben 1,68 km quadrati in meno al periodo 1979-2000, periodo preso a riferimento.
Intanto a poche settimane dalla Conferenza Internazionale sui Mutamenti Climatici che le Nazioni Unite terranno a Cophenagen, l'Unep (Enviroment Programme degli Stati Uniti) ha redatto uno studio sul clima che tiene conto di quanto avvenuto dal 2007 ad oggi. La realtà è peggiore rispetto alle previsioni di due anni fa e riguarda non solo il ritiro dei ghiacci, ma anche l'aumento e l'acidificazione dei mari (superiore al previsto), e la crescita continua delle emissioni di anidride carbonica.
fonte: Repubblica.it
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