Il governo ha deciso di cancellare tutte le norme sulla costruzione delle nuove centrali nucleari per evitare che gli italiani vadano a votare il referendum del 12 giugno prossimo.
Un emendamento presentato in Senato all'articolo 5 del decreto legge Omnibus stabilisce al primo comma che "non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, ralizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare".
La strategia nazionale verrà dunque ricalibrata nel corso di una Conferenza che sarà convocata "subito dopo l'estate", come dice una nota del ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani.
Il governo va quindi oltre la sospensione di un anno delle procedure per la costruzione dei nuovi siti, già prevista all'articolo 5 del decreto sin dalla versione pubblicata in Gazzetta ufficiale.
Una fonte di maggioranza chiarisce che la manovra mira a "superare il referendum di giugno", di cui l'esecutivo teme gli esiti dopo il disastro giapponese di Fukushima Daichii, la centrale nucleare danneggiata dallo tsunami dell'11 marzo scorso. Proprio oggi le autorità giapponesi hanno reso noto che nel mare di Minamisoma, città situata vicino l'impianto, le radiazioni superano di 23 volte il limite legale.
Secondo Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, il governo ha "paura di perdere le elezioni amministrative e di venire travolto dal referendum del 12 e 13 giugno che avrebbe portato anche alla completa abrogazione della legge sul legittimo impedimento".
Il 12 giugno infatti gli italiani sono chiamati a esprimersi su quattro quesiti: oltre a nucleare e legittimo impedimento anche due referendum sul decreto legislativo che apre la strada alla gestione privata delle reti idriche.
L'emendamento depositato oggi contiene un nutrito elenco di norme da abrogare ma mantiene operativa l'Agenzia per la sicurezza nucleare, che il governo vuole utilizzare per "acquisire ulteriori evidenze scientifiche" sul nucleare tenendo conto "delle decisioni assunte a livello di Unione europea".
Al comma 8 il testo prevede che entro 12 mesi il Consiglio dei ministri adotti la strategia energetica nazionale in cui verranno definite le "misure necessarie" per garantire la sicurezza energetica e la diversificazione delle fonti.
Il decreto Omnibus dovrebbe essere approvato in Senato entro domani sera e andrà poi alla Camera in seconda lettura.
Romani dice, riferendosi alla moratoria di un anno ed alla conferenza nazionale, che "scelte così importanti per il nostro futuro non possono essere fatte sulla base di ondate emotive o di strumentalizzazioni politiche. Bisogna invece procedere sulla base di linee razionali, forti e condivise anche a livello comunitario. Per questo è adesso importante andare avanti e guardare al futuro, impiegando le migliori tecnologie disponibili sul mercato per la produzione di energia pulita, in particolar modo per quanto riguarda il comparto delle rinnovabili e dell'energia verde".
fonte: Reuters
Il Governo blocca il nucleare a favore delle rinnovabili per evitare i referendum
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento