EMISSIONI E BANCHE CENTRALI . Il Signoraggio è l’insieme dei redditi derivanti dall’emissione di moneta, questa la definizione data dalla Banca d’Italia; questo reddito derivante dall’emissione di moneta da parte delle Banche Centrali viene poi in parte prelevato dallo Stato sotto forma d’imposte mentre il rimanente resta a coprire i costi di funzionamento dell’Istituto emittente.
La proprietà delle banche Centrali non è uguale in tutti gli Stati, la Banca d’Italia, ad esempio, pur essendo un Istituto di Diritto Pubblico, è per oltre il 94% di proprietà di Banche e Assicurazioni, la Banca di Francia, altro esempio, non è una società di capitali ma un Ente Pubblico.
LA STORIA. Forse per meglio comprendere il signoraggio e i suoi effetti nella moderna economia è meglio partire dalla storia.
La derivazione della parola da “senhor”, che in Italiano significa appunto “signore”, ci da subito l’idea del suo contenuto; è nel medio evo che i Signori Feudali cercarono di emanciparsi dai sovrani attribuendosi il diritto di battere moneta detenendone poi i relativi redditi.
Quando la base monetaria consisteva in monete d’oro, chiunque avesse metallo prezioso poteva recarsi presso la Zecca per far coniare monete a corso legale, con l’effige del sovrano, ed il “costo” dell’operazione era coperto lasciando inalterato il valore nominale della moneta ma abbassando quello intrinseco.
L’idea era nota già ai tempi dei Romani quando l’imperatore Settimio Severo dimezzò il valore intrinseco delle monete.
Dunque il Signore poteva legalizzare il valore di una moneta, diciamo renderla uguale al valore di dieci grammi d’oro, pur se essa non conteneva i dieci grammi d’oro, il famoso valore legale.
La rivoluzione industriale moltiplicò gli scambi commerciali facendo nascere l’esigenza di una maggiore disponibilità di moneta e da qui l’affermazione dei biglietti di banca, come altre forme di pagamento svincolate dall’uso del metallo prezioso, che fu agevolata anche dalla maggiore praticità dovuta alla difficoltà logistica di trasferire masse di pesante metallo.
Dalla conferenza di Bretton Woods in poi ci fu il graduale abbandono della convertibilità delle monete in metallo prezioso, si può datare in quel momento la nascita del moderno sistema monetario.
Oggi, nell’area Euro, il reddito da signoraggio è incassato dalla BCE per quanto riguarda la stampa delle banconote, emesse in condizione di monopolio, mentre i governi dei Paesi membri incassano quello derivante dal conio delle monete metalliche.
LE VARIE TEORIE. Sul tema del signoraggio sono nate molte teorie di stampo “complottistico” che vedono in esso il modo di favorire banchieri e poteri forti a tutto svantaggio della collettività; queste teorie basano molte delle loro argomentazioni sul quasi inesistente valore intrinseco delle monete oggi in circolazione e sull’autorizzazione in regime di monopolio del diritto di emissione riservato alle Banche Centrali, molte di proprietà privata.
In realtà una attenta riflessione va fatta, abbiamo detto che, quando era l’oro l’unità di misura del valore dei beni, il “signore” nel conio delle monete tratteneva una parte del metallo quale pagamento per il lavoro e compenso per la legalizzazione della moneta.
Quindi con 10 grammi d’oro si ottenevano, ad esempio, dieci monete d’oro con scritto su ognuna il valore di un grammo d’oro ma ad esempio di oro ne contenevano 0,5 grammi cadauna. Avanzava una quantità con cui il Signore coniava ulteriori monete con su scritto il valore di Un Grammo d’Oro.
Quindi il sistema metteva in circolazione più monete di quelle corrispondenti al solo metallo.
Con l’avvento della Carta Moneta, nata per comodità, il valore intrinseco era determinato dalla possibilità di scambiare il biglietto con una quantità corrispondente in oro presentando lo stesso alle casse della banca Emittente.
Quello che viene fortemente contestato oggi dai complottisti è che, avendo sganciato il valore nominale delle banconote dalle riserve aurifere e facendola diventare sempre meno tangibile, il signoraggio è un trucco tutto a danno dei cittadini e che determina incalcolabili vantaggi per l’emittente; l’unica via di uscita sarebbe, per i sostenitori del complotto, rimettere nelle mani dei Governi, togliendone il controllo alle banche centrali, il diritto a stampare moneta.
Vale però la pena ricordare che in tutti i casi in cui un Governo ha cercato di finanziare il proprio deficit col reddito da signoraggio si è assistito a iperinflazioni devastanti, la Repubblica di Weimar è il caso di riferimento degli economisti, e l’epilogo fu l’avvento del nazismo con tutto quello che ne è derivato.
CONSIDERAZIONI. In realtà qualche nota stonata in tutta la storia andrebbe segnalata, ci si chiede perché, quando era il metallo prezioso a fare da base per il conio delle monete, si emettevano monete con valore nominale uguale al totale dell’oro conferito, costringendo l’emittente a coprire i costi del conio col calo del valore intrinseco; si sarebbe potuto produrre le monete e consegnarne al richiedente una quantità minore rispetto al conferito.
Ma forse proprio questo punto ha fatto nascere la spirale in cui siamo finiti, nessuno avrebbe conferito 10 grammi per poi riceverne 9 in monete, e questo è un punto di attenzione interessante.
Oggi nessuna banconota o moneta contiene un valore intrinseco, se non per quel poco di materiale di cui è fatta, ma è un valore insignificante, pensate ad una banconota da 500 euro, costa alla BCE forse 30 centesimi o giù di lì.
Interessante a questo proposito è la definizione di signoraggio che fornisce la Banca centrale Canadese, essa distingue le monete dalle banconote e per le prime indica come signoraggio la differenza tra valore facciale e costo per produrre la moneta, per le banconote, invece, il signoraggio è la differenza tra gli interessi pagati dalle obbligazioni e il costo sostenuto per produrre e distribuire le banconote.
L’EVOLUZIONE. Il signoraggio ha avuto pertanto delle grosse evoluzioni, oggi una Banca Centrale emette moneta in cambio di titoli di debito, dunque superato il signoraggio dato dalla differenza tra il valore intrinseco e quello nominale, oggi la BCE non si fa pagare per il costo di tipografia ma presta al richiedente la quantità di denaro percependone un interesse sul valore facciale, nominale.
Attenzione, presta denaro che non ha, lo stampa alla bisogna.
Oggi la BCE stampa 100 euro, gli costa, diciamo 30 centesimi, e li presta al tasso di riferimento annuo ad una banca la quale, poi, li presterà allo Stato ad un tasso maggiorato. Vale per questo la pena ricordare che il Trattato di Maastricht impone il divieto per la BCE di acquistare titoli di debito pubblico al momento dell’emissione.
Lo Stato, leggasi i cittadini, si trova però indebitato di 100 euro più interessi per ogni biglietto da 100 euro ricevuto.
Questa è la condizione cui non sarà Mai possibile restituire il prestito.
Ma se non c’è un valore intrinseco e ci costa pure, cosa da valore alla nostra moneta, oggi l’Euro?
È l’accettabilità come mezzo di scambio, non la convertibilità o meno con un determinato quantitativo in oro o altri metalli preziosi e, attenzione, l’accettabilità deve essere certa perché la moneta ha bisogno della fiducia nel suo potere di acquisto, infatti, una delle regole di fondo è l’obbligo di accettare la moneta legale quale pagamento di beni e servizi.
Non è cosa di poco conto, se un qualsiasi fornitore fosse libero di accettare o meno l’euro in pagamento, nei Paesi Euro ovviamente, il cliente non saprebbe che farsene degli Euro che ha nel portafogli e dunque anch’egli non li vorrebbe; quindi la libertà di accettare o meno la moneta legale in pagamento renderebbe quest’ultima inutile.
L’accettazione va pertanto intesa a senso unico, non si può rifiutare la moneta che per legge ha corso legale in quello Stato.
Questa la situazione del mondo moderno, prima si pagava Una Tantum per avere la moneta con l’oro dentro, adesso si paga un affitto annuo per avere un foglietto di carta con sopra scritto un numero.
fonte: www.professionefinanza.com
Il Signoraggio bancario - un fenomeno poco compreso ma molto discusso
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