Guerra al Telemarketing, nasce il Registro delle opposizioni

Volete evitare di ricevere telefonate pubblicitarie? Basta iscriversi al Registro delle opposizioni. Si tratta di un sistema, attivo dall'1 febbraio 2011, che permette ai cittadini di sottrarsi alle chiamate con cui le aziende propongono nuove offerte commerciali e prodotti di vario genere. Ogni abbonato può accedere al servizio tramite cinque differenti modalità: modulo elettronico online, posta elettronica, telefonata, lettera raccomandata e fax. Per avviare la procedura è sufficiente seguire le indicazioni riportate sul sito della Fondazione Ugo Bordoni. La nuova norma ha sancito il passaggio dal regime dell'opt-in, che prevede l'esplicito consenso del cliente per poter essere chiamato (autorizzazione che spesso viene data all'insaputa del cittadino nel momento della sottoscrizione del contratto), a quello dell'opt-out, che rende invece tutti gli abbonati contattabili a meno che non si iscrivano al Registro pubblico delle opposizioni.


Pareri di segno opposto
Con questa legge l'Italia si è allineata al resto d'Europa, dove l'opt out è stato adottato nella maggior parte dei Paesi. A integrare la norma ci hanno poi pensato gli operatori delle telecomunicazioni, riuniti in Asstel. Hanno infatti approvato un codice di autoregolamentazione che prevede orari predefiniti e riduzione della frequenza delle chiamate. I call center possono quindi telefonare dalle 9 alle 21,30 nei giorni feriali e dalle 10 alle 19 il sabato, mentre la domenica e i festivi sono considerati off limits. Secondo Stefano Parisi, presidente di Asstel, l'obiettivo del codice è di "evitare che tutte le famiglie decidano di negare il consenso, mettendo così in crisi un settore in cui lavorano migliaia di persone". Di segno opposto, invece, il parere delle associazioni dei consumatori. Adusbef e Federconsumatori ritengono infatti che "le famiglie italiane, senza che ne abbiano minima conoscenza, possono essere importunate e molestate telefonicamente per la commercializzazione e le più svariate vendite di prodotti e servizi".

L'intervento del Garante per la privacy
In concomitanza con l'entrata in vigore del Registro, il Garante della Privacy ha fissato alcuni limiti entro i quali gli operatori possono utilizzare a fini commerciali i dati degli abbonati presenti negli elenchi telefonici.
Ecco i paletti stabiliti dal Garante per la protezione dei dati personali:

    Se un abbonato ha chiesto a una determinata azienda di non essere più contattato, quell'azienda deve rispettare la sua volontà anche se l'abbonato non è iscritto al Registro.
    La singola azienda che abbia invece ricevuto in passato il consenso dell'abbonato a ricevere telefonate promozionali potrà contattarlo, anche se questi è iscritto al Registro. Il consenso può comunque essere ritirato in qualsiasi momento.
    Con l'entrata in vigore del Registro, per gli operatori si afferma il divieto di utilizzare numerazioni telefoniche contenute in banche dati senza aver prima ottenuto una specifica autorizzazione.
    Le numerazioni presenti in atti e registri pubblici possono essere utilizzate soltanto se direttamente funzionali all'attività svolta dall'interessato o se il telemarketing è previsto dalla normativa di riferimento.

Cambia anche la pubblicità postale
Il decreto Sviluppo, approvato lo scorso 4 maggio, introduce l'utilizzo del Registro delle opposizioni anche per la pubblicità postale. Per effetto della nuova disposizione, infatti, le aziende possono spedire ai cittadini comunicazioni commerciali servendosi dell'elenco telefonico come indirizzario. L'unico modo per evitare di ricevere materiale promozionale è, come nel caso del telemarketing, quello di iscriversi al Registro. In questo modo viene capovolta la precedente disciplina della pubblicità postale. Sino all'approvazione del decreto era vietato inviare una lettera pubblicitaria senza aver prima ottenuto il consenso del destinatario. Erano previste soltanto due eccezioni: il volantinaggio anonimo e la possibilità per le aziende di inviare comunicazioni ai propri clienti abituali. La nuova norma non ha però ricevuto un parere positivo da parte di Francesco Pizzetti, presidente dell'Authority per la privacy, secondo il quale questa innovazione "provocherà una reazione negativa dei cittadini che noi non possiamo non prevedere e anche condividere. Così si passa ad un sistema che riempirà le cassette di pubblicità non voluta. Torneremo ad avere gli scatoloni delle portinerie dove i condomini buttano subito la posta ricevuta e torneremo ad avere un senso di aggressione da parte dei cittadini a causa del mercato".

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