Metalli pesanti nel cibo: mancano le regole

I metalli pesanti sono presenti nei cibi più comuni. Alcuni pesci e i molluschi sono a rischio arsenico. Da noi, però, non ha ancora un limite legale.
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Metalli come l’arsenico, il cad­mio, il piombo e il mercurio sono sostanze che vorremmo evitare. La loro fama, infatti, non è delle migliori, perché sono tossici per l’uomo e minacciano l’ambiente. Poiché, però, sono presenti nel terreno, nell’acqua e nell’atmosfe­ra a causa dell’inquinamento pro­vocato dalle attività umane come l’agricoltura, l’industria, il traffico, sono molto vicini a noi e possono trovarsi, in piccolissime dosi, nei prodotti alimentari che mangia­mo quotidianamente. Il loro accu­mulo nell’organismo può produrre effetti nocivi sulla salute.

I nostri controlli
Per monitorare la situazione italia­na, controlliamo periodicamente la presenza di metalli pesanti in  alcuni campioni di alimenti, scelti tra quelli che possono dare mag­giori problemi. Questa volta, ab­biamo cercato l’arsenico, il solo metallo pesante a non avere anco­ra limiti di legge nel cibo.

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Una legge li limita
Nell’aprile 2002 è entrato in vigo­re un regolamento europeo sulle sostanze contaminanti, che sta­bilisce i quantitativi massimi di metalli pesanti consentiti negli alimenti, differenziati per tipo­logia di alimento. Nel latte, per esempio, la legge permette una minima presenza di piombo (0,02 milligrammi per chilo), inferiore a quella consentita negli spinaci (0,3 mg/kg). La presenza dei metalli pesanti è regolamentata anche nell’acqua (potabile e minerale). Tutti tranne uno

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