Le sofisticazioni alimentari più frequenti

Olio modificato con la clorofilla; lardo di Colonnata prodotto a Enna; latte con la scadenza posticipata; aceto balsamico di Modena che arriva da Afragola; mozzarelle di bufala fatte con latte vaccino; uova di frigo vendute come fresche; tagliatelle e fettuccine colorate per mascherarle da pasta all’uovo; miscele diverse di riso vendute come prodotto di alta qualità. E' lunga la lista delle frodi alimentari scoperte dal Nas dei carabinieri (Nucleo antisofisticazione).
Tra gli artifici piu' utilizzati a danno dei consumatori, l'olio modificato con la clorofilla: con pochi grammi di clorofilla, un volgare olio di semi si trasforma in un pregiato extravergine.
Molti i trucchi anche per i prodotti tipici: nel caso dei formaggi, un'azienda romana e' diventata leader nel Lazio grazie a un formaggio Norcia che non ha nulla a che vedere con la cittadina umbra e un Siena prodotto con latte di altre zone. Attenzione anche ai ristoranti cinesi, specie se a buon mercato: in alcuni casi possono usare soia geneticamente modificata senza avvertire i clienti.
Solo nel primo semestre del 2000 infatti ben 590 delle 4.802 aziende alimentari ed esercizi di ristorazione controllate dall’Ispettorato centrale repressione frodi del Mipaf (circa il 12,3 per cento) sono risultate colpevoli di sofisticazioni, adulterazioni, imbrogli.
Il record delle infrazioni, tra i prodotti, spetta senz’altro al riso con il 29,2% dei campioni esaminati irregolari, seguito da latte e formaggi (fuori norma il 18,8% dei campioni), dalle conserve vegetali (16,8%), da liquori e distillati (13,6%), dal miele (12,9%), dagli oli d’oliva (10,1%) e da quelli di semi (9,5%), da vino, mosti e aceti (9,1%), da sfarinati e paste (8,1%).

Le frodi più frequenti su alcuni prodotti messe in luce dai controlli    

Frodi più frequenti
Formaggi    
l'aggiunta di grassi, sopratutto margarina, per ottenere la quantità lipidica richiesta da quel particolare formaggio che si vuole ottenere;
l'aggiunta di fecola o di farina di patate o di amidi per aumentarne il peso;
l'aggiunta di pectine e gomme viniliche ai formaggi molli per conferire maggiore compattezza;
l'aggiunta di formaldeide ai formaggi duri a scopo disinfettante per mascherare difetti di lavorazione dovuti al'utilizzo di latte scadente;
vendita di formaggi di provenienza diversa, e magari estera, come tipici o a Denominazione di Origine Protetta DOP
formaggi pecorini contenenti percentuali più o meno elevate di latte vaccino;
formaggi ottenuti con latte in polvere ricostituito (consentito in altri paesi);
mozzarelle di bufala contenenti percentuali più o meno elevate di latte vaccino;
attribuzione della designazione di formaggio doc a formaggi comuni;
l'aggiunta di sostanze coloranti o minerali.
Latte    
annacquamento;
tenore di grasso differente rispetto a quello dichiarato in etichetta;
aggiunta di acqua ossigenata per ridurre una carica batterica elevata;
commercializzazione di latte per neonati contenente proteine di soia geneticamente modificata;
trattamenti di risanamento non consentiti;
utilizzo di latte inacidito neutralizzato con l'aggiunta di alcali;
latte fresco ottenuto da latti precedentemente pastorizzati;
utilizzo di latte in polvere ricostituito (talvolta addiritttura latte in polvere per uso zootecnico);
latte pastorizzato più volte;
utilizzo improprio di diciture come «naturale», «bio», «eco», evocanti il metodo di produzione biologico in prodotti invece del tutto convenzionali;
Presenza di colostro o latte mastitico. Nel maggio 2007 alcuni allevamenti in Piemonte centrifugavano illecitamente il latte per ridimensionarne il numero delle cellule somatiche (indice di latte batteriologicamente scadente).
Miele    
aggiunta di zuccheri di altra origine;
vendita di un miele di una origine botanica diversa da quella dichiarata;
vendita di mieli extracomunitari per mieli italiani
Olio    
olio extravergine contenente oli raffinati, sia di oliva che di semi;
oli con tenori analitici non rispondenti ai requisiti previsti dai regolamenti comunitari;
oli di semi variamente colorati che possono venire spacciati per oli di oliva
Pasta    
uso di farine di grano tenero (compromette le qualità organolettiche della pasta);
impiego di altri cereali meno costosi (e conseguente decadimento qualitativo);
uso di semole di qualità scadente o avariate;
aggiunta di coloranti o di additivi chimici per imitare le paste speciali o le paste all'uovo o per mascherare il tipo di sfarinato usato
Pesce    
insufflamento di aria per fare sembrare i pesci più nutriti;
impregnazione con acqua per farli aumentare di peso;
trattamento con nitrato di potassio (salnitro) per ravvivarne il colore e fare sembrare il pesce fresco;
uso di coloranti artificiali;
pesce venduto con nome non rispondente alla qualità reale (ad esempio tonno affumicato venduto come salmone affumicato);
ravvivamento del colore delle branchie mediante un trattamento con anilina e ammoniaca;
trattamento con perossido di idrogeno (acqua ossigenata) per ottenere un effetto conservante e donare al pesce un bell'aspetto chiaro e brillante. L'acqua ossigenata è vietata come additivo nei prodotti alimentari dal 1996 ed è un presidio medico chirurgico;
utilizzo di conservanti illegali.
Riso    
varietà di pregio minore a quella indicata;
miscela di diverse varietà;
vendita di riso proveniente dall'estero come se fosse prodotto nazionale;
risi mal selezionati con aggiunta di chicchi rotti e elementi estranei, mal conservati o vecchi
Uova    
uova riportanti una data di preferibile consumo superiore ai 28 giorni consentiti;
uova differenti per categoria di peso;
uova conservate in frigo e vendute come fresche
Vini    
vini ottenuti dalla fermentazione di zuccheri di natura diversa da quelli dell’uva (pratica vietata in Italia ma ammessa in altri paesi dell'UE);
aggiunta di coloranti;
aggiunta di alcol metilico (metanolo) per aumentarne la gradazione;
aggiunta di conservanti antiossidanti illegali come acido borico e acido salicilico;
aggiunta di aromatizzanti;
aggiunta di antigelo (glicole dietilenico) per aumentarne la morbidezza ed il corpo;
qualità inferiore a quella dichiarata in etichetta;
eccesso di anidride solforosa o gradazione alcolica inferiore a quella prevista.

fonte | www.leziosa.com

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