Lavoro sicuro? Con la crisi aumentano le truffe

C’è la crisi? Aumentano le truffe. Il collegamento tra le due realtà è molto stretto: nei momenti di difficoltà economica i truffatori vengono allo scoperto ed escogitano trappole di ogni tipo per far cadere i più deboli. Quando un Paese è in crisi (e l’Italia lo è) la fascia dei più deboli si allarga e le truffe non risparmiano neanche il lavoro, che si trasforma da diritto in merce rara. E si sa, quando una merce è rara c’è chi la offre a caro prezzo.

lavoroSi assiste così ad un pullulare di truffe, vecchie e nuove, in cui la promessa di un lavoro (o di un lauto guadagno) nasconde soltanto un modo per spillare soldi. Gli esempi sono tanti: dal lavoro a domicilio alle catene di Sant’Antonio, dai corsi di formazione ai book fotografici. La sostanza non cambia: il lavoro non esiste e chi crede alla promessa si ritrova con le tasche più vuote.

A puntare i riflettori contro questo fenomeno è il dossier “Lavoro sicuro”, presentato oggi a Roma, condotto da Adiconsum e Movimento Difesa del Cittadino nell’ambito di un progetto cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’indagine svolta dalle due Associazioni ha riscontrato ben 12 tipologie di frodi perpetrate a danno dei giovani in cerca di lavoro o di offerte formative, aggiornamenti professionali, che dovrebbero aumentare le probabilità di trovare un’occupazione. Oltre alle famose catene di Sant’Antonio e al marketing piramidale troviamo i servizi telefonici a pagamento, le iscrizioni alle banche dati, i falsi corsi di formazione o borse di studio, la realizzazione di book fotografici, le associazioni in partecipazione, i falsi periodi di prova, il trasferimento di denaro e così via.

Il comune denominatore di queste realtà è la richiesta di denaro, sotto forma di versamento per l’iscrizione al falso corso o di una somma da pagare per ricevere materiale e contatti per iniziare l’attività. Una volta versato il denaro, del lavoro non ci sarà neanche l’ombra.

“Le frodi perpetrate ai danni dei giovani in cerca di lavoro presentano risvolti psicologici e sociali particolarmente gravi – denunciano Pietro Giordano, Segretario generale Adiconsum e Antonio Longo, presidente di Movimento Difesa del cittadino – A livello personale, esse producono nelle vittime un abbassamento della propria autostima, a livello sociale, minano la fiducia e le aspirazioni dei giovani che vedano nel lavoro non solo uno strumento di realizzazione personale, ma anche di contributo dato alla società civile e al Paese tutto”.

Giordano ha sottolineato un altro dato allarmante: questo tipo di truffe colpiscono anche i meno giovani, ovvero quei 50enni che si ritrovano senza lavoro e fanno fatica a riciclarsi. Anche loro rientrano tra le possibili vittime, perché sono facilmente aggredibili. Inoltre il fenomeno riguarda tutta Italia, ma i casi più eclatanti si registrano al Nord. A Padova, ad esempio, grazie ad un blitz della Guardia di Finanza è stato scoperto un falso corso di formazione professionale per infermieri: i truffatori chiedevano il pagamento di 3.000 euro e sono riusciti a raccogliere centinaia di iscrizioni.

“Quest’indagine – proseguono Giordano e Longo – non vuole rimanere una mera casistica del fenomeno. Essa verrà sottoposta alla riflessione dei decision makers, degli operatori economici del settore e delle istituzioni competenti. Se tutti offrissero anche soltanto un supporto alla visibilità di questo tema, si potrebbe abbattere il numero delle giovani vittime che ogni anno incappano in truffatori privi di scrupoli”.

Ed ecco il decalogo, messo a punto dalle due Associazioni, con delle semplici pillole per immunizzarsi dalle truffe, riconoscendo nell’immediato i falsi annunci di lavoro.

  1. Ricordate che le aziende affidabili non nascondono nulla: descrivono subito il lavoro offerto, i requisiti richiesti e il compenso. Fanno leggere e firmare un contratto prima di iniziare qualsiasi sorta di attività.
  2. Ricordate che una società seria che vi offre un’occupazione (in ufficio o da casa), vorrà certamente vedere prima il vostro curriculum vitae e le vostre referenze.
  3. Ricordate che quando un’offerta sembra troppo bella per essere vera, probabilmente è falsa.
  4. Diffidate delle aziende che non indicano la propria ragione sociale e partita Iva.
  5. Effettuate ricerche online – ad esempio nel Registro Imprese della Camera di Commercio o sul sito dell’Agenzia dell’Entrate – per verificare l’affidabilità dell’azienda proponente.
  6. Diffidate delle aziende che vi chiedono contributi economici per poter avviare il rapporto di lavoro.
  7. Non acquistate kit o materiali di qualsiasi tipo necessari per l’avvio di un’attività a domicilio.
  8. Diffidate di chi vi chiede di fornire dati personali, indirizzi e-mail e recapiti telefonici con la promessa di ricontattarvi: spesso si tratta soltanto di catene di Sant’Antonio.
  9. Prendetevi sempre tutto il tempo necessario per riflettere e verificare la validità e l’autenticità dell’offerta. Diffidate di chi ha fretta di farvi concludere.
  10. Non iscrivetevi a corsi o training di avviamento al lavoro a vostre spese. Di solito è l’azienda che assume a farsi carico delle spese per la formazione dei dipendenti. Nei rari casi in cui il corso viene addebitato al lavoratore, il corrispettivo non deve essere anticipato, ma verrà detratto dal primo stipendio.
www.helpconsumatori.it

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