Troppo spesso si sottovalutano piccoli rischi del quotidiano poiché
alcune abitudini o prassi diventano così consolidate nel tempo e diffuse
che ogni problema anche potenziale, diventa secondario o addirittura
percepito come insussistente. Ma noi, spiega Giovanni D’Agata presidente
e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, periodicamente vogliamo
informare i cittadini a prestare maggiore attenzione anche a tali gesti o
comportamenti, perché la conoscenza dei problemi e l’educazione, ci
possono far evitare conseguenze negative e comunque preventivabili.
In
tal senso, millenni di storia - per quello che è ormai diventato negli
ultimi decenni un must unisex, mentre prima era quasi esclusivo
appannaggio degli ornamenti delle donne, il classico forellino nel lobo
delle orecchie per poter infilare gli orecchini - ci hanno portato a
considerare questa pratica come assolutamente innocua e senza alcun tipo
di conseguenza per la salute e a sottovalutare i rischi d’infezione o
di allergie che sono sempre, in realtà, dietro l’angolo.
È vero che
il foro è quasi sempre il risultato di un intervento rapido, semplice e
in genere indolore, ma poiché comunque consiste in una procedura
invasiva, per quanto ridotta al minimo, può causare fastidiosi infiammi e
pruriti poiché quel piccolo buco è pur sempre una porta d’ingresso per
germi e batteri ed il punto di contatto immediato e diretto della nostra
pelle con materiali non sempre anallergici. Di conseguenza, è
necessario che sia garantita la sterilità degli oggetti che vengono a
contatto con l’epidermide. E ed è ovvio, che non è bene procedere con il
fai-da-te, ma bisogna affidarsi a personale qualificato.
Ci sono
persone che sono allergiche ai metalli e in particolare ad alcuni tipi
di metalli, che possono contenere leghe di argento e nichel, che magari
sono mal tollerate. Se nel giro di poche ore si ha una sensazione di
irritazione o si ha prurito e la pelle si arrossa, allora ci si trova di
fronte ad una classica dermatite da contatto.
Per evitare questo
tipo di disturbi, bisogna stare attenti ad usare orecchini con la
scritta “nichel free” oppure di oro, che è un metallo che genericamente
non comporta intolleranze, anche se ciò non è vero sempre e per tutti.
Dunque, fatto il forellino, bisogna usare orecchini sterilizzati e
monouso, cioè non bisogna scambiarseli.
Inoltre, è da considerare una
possibilità per quanto non remota che residuino delle cicatrici, specie
quando i fori non siano stati eseguiti correttamente. Ed invero, in una
bassa percentuale di persone, nel punto dove è stato eseguito il foro,
può comparire una formazione anomala di tessuto, detta anche cheloide.
Queste cicatrici sono piccole e non creano particolari disturbi, ma sono
antiestetiche e possono comparire in quelle persone che hanno vasi
sanguigni fragili. I dermatologi consigliano di evitare di effettuare
forature se sono presenti esiti cicatriziali anomali in altre sedi del
corpo.
Per ciò che concerne l’età, non vi sono differenze a seconda
che si tratti di bambini o adulti perché i rischi sono uguali. La più
alta frequenza di esiti cicatriziali o reazioni infiammatorie o
allergiche nei più piccoli sta nel fatto che tra di essi è una pratica
molto più diffusa.
È noto, infatti, che in certe zone dell’Italia, ma
anche di altri Paesi è una tradizione che affonda le radici nel remoto
passato forare i lobi delle orecchie alle bambine fin da neonate. Questo
dovrebbe far riflettere i genitori a prestare maggiore attenzione,
perché i bambini si muovono, si grattano e possono ferirsi più
facilmente degli adulti. Ciò deve comportare una maggiore consapevolezza
nella pratica, prestando una maggiore attenzione a chi ci si affida, al
rispetto di alcune norme igienico-sanitarie basilari per evitare
piccole conseguenze per la salute che comunque sono preventivabili. È
buona prassi, in tal senso che tutta la zona del lobo e la parte
posteriore dell’orecchio siano disinfettate con cura, indossando una
mascherina e guanti sterili.
Anche la sterilizzazione è un aspetto
fondamentale al fine di eliminare o ridurre al minimo i rischi
d’infezione: non basta l’alcol perché come ormai (quasi) tutti sappiamo
non garantisce l’eliminazione completa di batteri e germi. È buona
prassi, pulire quotidianamente la zona con garza sterile imbevuta di
acqua ossigenata. Nei primi giorni non sarebbe male applicare anche una
crema antibiotica e non togliere l’orecchino fino a quando la ferita non
si è rimarginata.
Un ultimo consiglio: è bene dormire senza
orecchini perché una volta che la ferita si è cicatrizzata, l’aria che
circola all’interno del foro diminuisce la possibilità d’infiammi. Va
ricordato che comunque all’interno del foro può verificarsi un ristagno
di germi a causa della mancanza di una sana e profonda igiene di tutta
la zona. L’igiene personale e quotidiana, come al solito, ci aiuta a
vivere meglio.
Sportello dei Diritti
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