Porte per altre dimensioni

I buchi neri, di cui si sospetta l'esistenza, ma che non sono mai stati visti, possono essere delle porte per universi al di là dal nostro. L'esistenza di questi buchi nella struttura dello spazio fu ipotizzata per la prima volta nel 1916 dall'astronomo tedesco Karl Schawarzchild. Egli li descrisse come masse così dense che nulla, neppure la luce, potrebbe sfuggire alla loro gravità.

Tutto quello che si trova nell'immediata vicinanza del buco nero viene inesorabilmente risucchiato verso il suo centro, quello che i fisici chiamano una "singolarità", il punto di densità infinita dove le leggi dello spazio e del tempo, così come le conosciamo, vengono meno e crollano.

Anche se nessun buco nero è mai stato individuato direttamente, gli astronomi pensano che essi si formino quando la materia si esaurisce in alcuni di quegli enormi soli che sono le stelle.

Buchi neri possono trovarsi al centro della nostra galassia, nel cuore dei quasar (fonti di energia quasi stellare enormemente attiva), e perfino in certi sistemi binari.

Teorici come il matematico di Cambridge Roger Penrose hanno ipotizzato un impiego potenzialmente unico dei buchi neri. Un astronauta, per esempio, potrebbe essere in grado d'immergersi in un buco nero rotante ed emergere in un universo completamente diverso, o riemergere nello stesso istante nel nostro universo, a un'enorme distanza.

Secondo un'altra teoria un astronauta potrebbe entrare in un universo negativo dove la natura sarebbe capovolta. La gravità, per esempio, potrebbe apparire più come una forza di repulsione che di attrazione.

Perché questo sia possibile è necessario che esista l'opposto del buco nero, il "buco bianco", che "vomiti" materia ed energia fuori dalla sua singolarità.

Attualmente astronomi eminenti presso i principali osservatori in diverse parti del nostro pianeta stanno conducendo delle ricerche per scoprire eventuali buchi neri fra ammassi stellari. Una delle principali candidate in questa ricerca e la Stella Cygnus X-I, nella costellazione del Cigno. La ricerca è di considerevole importanza dal momento che se il nostro sistema solare si avvicinasse troppo a un buco nero abbastanza grande potrebbe in teoria essere risucchiato al suo interno, modificando, comprimendo o distruggendo totalmente tutta la materia così come noi la conosciamo, e magari rivomitandola in una forma diversa.

Sembra incredibile che l'astronomia moderna soltanto dopo parecchie centinaia di anni di pratica e di ricerche sia stata in grado d'individuare i segreti, e i pericoli, presenti nelle stelle remote. Ma le nostre conoscenze in fatto di cosmo sono davvero così recenti? Tavolette d’argilla degli antichi sumeri che risalgono a cinquemila anni fa, parlano di una stella gravida di pericolo, che essi chiamavano l'"uccello demone di Nergal". Nergal era il potente e sinistro signore del mondo sotterraneo. E il pericoloso "uccello demone" una volta tradotto e localizzato in base alle loro mappe stellari, si rivela corrispondente al nostro Cygnus X-I.

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