La birra antibiotica degli antichi Nubiani

Le antiche popolazioni della Nubia (l’odierno Sudan) bevevano birra agli antibiotici giovandosi del suo effetto antibatterico sebbene ne ignorassero le cause? Lo sostiene uno studio pubblicato dall’American Journal of Physical Anthropology.
I ricercatori dell’Emory University di Atlanta coordinati da George Armelagos hanno rinvenuto già nel 1980 nelle ossa degli abitanti dell’antica Nubia massicce dosi di tetracicline, antibiotici ad ampio spettro usati oggi principalmente nel trattamento delle infezioni del tratto respiratorio e dell’apparato genitale. Inizialmente si era pensato si trattasse di una contaminazione dei reperti: “L’era degli antibiotici è iniziata nel 1928, e le tetracicline sono giunte sul mercato negli anni ’50, quindi è stato come togliere le bende a una mummia e scoprire che indossa gli occhiali da sole”, ammette Armelagos.

Le moderne tecniche di analisi hanno permesso di stabilire però con certezza che la tetracicline erano davvero contenute nelle ossa. Qual è la soluzione del mistero? Tracce evidenti di questi antibiotici sono state ritrovate anche in campioni fossili di frumento presenti nei medesimi siti archeologici. Ora, le tetracicline vengono sintetizzate dai batteri Streptomyces – che contaminano anche il frumento - per uccidere ceppi batterici ‘rivali’, ma possono accumularsi solo in minima parte nella farina.
Quindi come si spiegano le enormi quantità di antibiotico rinvenute nelle ossa degli antichi nubiani? Con la birra. Il processo di fermentazione infatti fa crescere drasticamente la sintesi di tetracicline, e quelle popolazioni consumavano birra fermentata sin da bambini. “Considerate le dosi, dovevano sapere cosa stavano facendo”, commenta Armelagos. “Sicuramente non sapevano cosa fosse la tetraciclina, ma certamente capivano che la birra in qualche modo aveva il potere di farli sentire meglio”.

fonte: Health Yahoo!

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