Quanti miliardi di euro ci sono nelle casse della banca del Papa?

Altro che crisi: nelle casse della banca che Bersani definirebbe “non vaticana”, ci sono ben 5 miliardi di euro. A fare il conteggio è Il Sole 24. Il nome per esteso del particolarissimo organo è “Istituto per le opere religiose” ma, in verità, si tratta appunto di una vera e propria banca. Lo Ior è un istituto abbastanza giovane, fondato nel 1942 da Papa Pio XI. Lo scopo statutario è quello di “provvedere alla custodia e all'amministrazione di beni mobili e immobili trasferiti o affidati allo Ior medesimo da persone fisiche o giuridiche e destinati a opere di religione e carità”. Tuttavia è precisato che “può accettare depositi di beni da parte di enti e persone della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”.

Sempre come ricorda il Sole 24 ore, a seguito della non proprio limpida vicenda Calvi-Ambrosiano, diversi magistrati hanno puntato la propria attenzione sullo Ior che, sebbene si trovi all’interno del Vaticano,
formalmente non è inglobato nella Santa Sede. La struttura dell’istituto è abbastanza complessa ed è stata sensibilmente modifica da Papa Giovanni Paolo II alla fine degli anni 80; proprio dopo l’imbarazzante caso Ambrosiano. In quell’occasione il Pontefice decise di istituire un Consiglio di Vigilanza che, con 5 cardinali, controlla un Consiglio di Sovrintendenza composto da un direttore generale e cinque laici “di comprovata competenza”. Questi ultimi, devono rispondere direttamente al Papa. Come si legge testualmente sul Sole 24 ore: “Responsabile dell'amministrazione e della gestione dello Ior, nonché della vigilanza e supervisione delle sue attività sul piano finanziario, economico e operativo, è il Consiglio di sovrintendenza, nominato dalla Commissione cardinalizia e composto da cinque membri laici di riconosciuta competenza. Il Presidente di questo Consiglio ha la rappresentanza legale dell'Istituto. Con l'uscita di Gotti Tedeschi restano il vice presidente Ronaldo Hermann Schmitz e Antonio Maria Marocco, Manuel Soto Serrano e Carl Albert Anderson”.

CHI SONO I CORRENTISTI
Ovviamente allo Ior sono ammessi solo correntisti speciali. Ma non pensate che siano pochi gli intestatari dei conti. In tutto, difatti, i titolari dei depositi sono circa 33.000. La maggior parte (2 su 3) ha cittadinanza italiana. Poi ci sono polacchi, francesi, spagnoli e tedeschi. Ma quali sono i requisiti necessari per aprire un conto allo Ior? Semplice: “Si deve essere un religioso o una suora, un nunzio o un dipendente (anche pensionato) della Città del Vaticano, un diplomatico presso la Santa Sede o un membro della «famiglià del Pontefice, chi cioè ha ricevuto onorificenze pontificie”. Attenzione però: conti cifrati, co-intestazione e prestanome sono rigorosamente vietati. Sui movimenti internazionali dell’organo e sul bilancio, però, vige la massima riservatezza. Gli unici a conoscerli sono il Papa, il collegio dei cardinali che lo gestiscono, il Prelato dell'istituto, il Consiglio di sovrintendenza, la Direzione generale ed i revisori dei conti.


IL PAPA NON HA UN CONTO
Il Pontefice però non ha un conto corrente e per un motivo semplice: il suo incarico gli impone la rinuncia a tutti i beni terreni. Questo aspetto però presuppone almeno un aspetto interessante da analizzare. Il fatto che il Papa non possa avere depositi e gli altri prelati si, cosa vuol dire? Che chi ha un conto allo IOR potrebbe possedere anche dei beni terreni? Nostro Signore Gesù Cristo non predicava qualcosa di leggermente diverso? Messo in pratica ad esempio da un certo S.Francesco D'Assisi? E a proposito: voi ce lo vedete S.Francesco che apre un conto corrente allo IOR?

fonte | www.you-ng.it

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